Era il 28 ottobre 1979 quando un razzo colpì ed uccise il tifoso laziale mentre era seduto in Curva Nord per vedere il derby della capitale

L’anniversario della morte del tifoso laziale cade quest’anno in un periodo particolare per la tifoserie biancoceleste che è balzata agli onori di cronaca per aver usato il volto di Anna Frank per uno sfottò nei confronti dei romanisti.

Il figlio di Vincenzo Paparelli, Gabriele, in questi giorni ha lasciato sulla sua pagina facebook un pensiero a difesa del popolo laziale di cui è un fiero esponente, e in ricordo di suo padre la cui memoria spesso viene infangata da scritte e cori.

«Quante cose vorrei dire neanche ve lo immaginate, come ho sempre scritto allo stadio si va solamente per tifare e basta!!!!! Mi viene il mal di stomaco a vedere come tutto il mondo dei media si sia sbrigato a scrivere di tutto e di piu’ su un gesto (da evitare chiaramente) fatto da pochi cretini che non hanno di meglio da fare nella vita, PERCHE’ DI POCHI CRETINI SI TRATTA, MA NO ATTACCHIAMO TUTTO UN POPOLO INTERO, PERO’ QUANDO LO FANNO (perche’ ancora lo fanno) LORO SONO SOLO DUE CANI SCIOLTI VERO???? Ma non vi pare di avere esagerato? Ma dove cavolo eravate quando insultavano mio padre? o ci sono morti di seri A e B ? Mia madre ha passato una vita INTERA con la paura di uscire di casa per non vedere quelle SCRITTE INFAMANTI. FORZA LAZIO AVANTI LAZIALI».

Una pagina tragica del calcio italiano, una ferita che non riesce a rimarginarsi, un ricordo che è ancora vivo nella mente di ogni tifoso laziale.

Gisella Santoro