E come sono contento di essere qui in questo momento. Cantava così Lucio Dalla nella celebre canzone “L’anno che verrà”, ormai inno della città di Bologna e del Bologna. Cantano così anche i tifosi rossoblu che ormai da mesi stanno riempendo il Dall’Ara, estasiati dai risultati e dalle prestazioni che la squadra di Thiago Motta sta facendo vedere  in campo domenica dopo domenica. La città e i tifosi stanno rivivendo momenti magici che mancavano da tantissimi anni e una nuova generazione di bolognesi sta finalmente respirando un’aria europea che a Bologna non si respirava da troppo tempo. Perciò abbiamo chiesto a Manuel Minguzzi di TuttoBolognaWeb di raccontarci l’atmosfera e le sensazioni di questa grande annata.

Che atmosfera si sta vivendo a Bologna?

In questo momento un’atmosfera unica, forse solo paragonabile a quella dello Scudetto 1964 che, per ovvie ragioni, tanti di noi non hanno vissuto. Nemmeno nel 2001/2002, con Guidolin e un Bologna anche allora in lotta per la Champions, c’era questo spirito. Il Dall’Ara delle ultime partite è stato a tutti gli effetti uno stadio europeo. Soprattutto, mai c’era stata una ondata di affetto così intensa verso un allenatore. Possiamo tranquillamente dire che il Bologna per i bolognesi è un’oasi di felicità in tempi decisamente duri sotto tanti punti di vista.

Vi immaginavate a inizio stagione che il Bologna potesse lottare per un posto in Champions League?
Assolutamente no, anche se già dalla passata stagione si era intravisto un cambio di marcia sensibile. L’Europa un anno fa è sfumata per una manciata di punti e Thiago Motta aveva già dato la sua chiara impronta, ma che si potesse raggiungere tale livello è una sorpresa anche per noi. Da tempo la piazza chiedeva un Bologna europeo, cioè dove merita di stare, e stavolta Saputo ha fatto centro scegliendo Sartori e Motta. La speranza è che il risultato possa sorridere anche a maggio, ma in ogni caso il presidente ha capito che buoni risultati producono solo effetti positivi su piazza e bilanci e accontentarsi non fa parte dell’animo di questa città. E’ un insegnamento importante anche per il futuro a lungo termine.
Grande protagonista di questa stagione è indubbiamente Thiago Motta: dove si vede maggiormente la sua impronta?
Credo soprattutto sotto il profilo della mentalità e della gestione del gruppo. La squadra si butterebbe nel fuoco per lui e non ha paura di niente e nessuno. Tutti stanno dando qualcosa, sia i titolari sia quelli che giocano pochi minuti e nessuno è scontento. Il coraggio si trasmette, la paura immobilizza e questo Bologna ha tanto coraggio e nessuna paura. Oltre a tutto questo c’è un’idea di calcio europea, propositiva, di fraseggio e verticalizzazione, di conoscenza dei momenti della partita e uno smarcamento continuo che non dà punti di riferimento agli avversari. 
Zirkzee rivelazione di questo campionato, ma anche Orsolini e Ferguson: questo gruppo sembra non avere punti deboli in nessun reparto…
La perfezione non esiste in nessuna squadra, ma di sicuro Sartori e Di Vaio sono riusciti a costruire una rosa profonda, con buone alternative in tutti i reparti e l’allenatore è stato abile alchimista nel mettere tutto assieme. La vera nota positiva è che quando non segnano gli attaccanti ci pensano mediani o difensori. Sono arrivati gol pesanti di De Silvestri e Fabbian, passando per Beukema fino all’ultimo di Freuler. E in questa stagione mancano ancora quelli di Posch
Quale squadra, secondo te, potrebbe insidiare maggiormente il Bologna da qui fino a maggio?
In caso di quattro posti Champions direi senza dubbio l’Atalanta. Juve e Milan dovrebbero finire davanti, mentre in caso di allargamento a cinque penso che la Roma di De Rossi possa risalire. Il Bologna ha inoltre il vantaggio dello scontro diretto sia con la Lazio che con la Fiorentina. L’unica incognita è il Napoli: o reagisce in maniera importante oppure rischia. Molto passerà anche dai prossimi scontri della Dea, con calendario fitto e tante partite di livello anche in Europa, mentre il Bologna ora avrà due prove del nove proprio tra Atalanta e Inter.
Una qualificazione in Europa, soprattutto in Champions, potrebbe trattenere Thiago Motta e Zirkzee a fine stagione?
Spero di sì. Recentemente allo stadio cori e striscioni per Thiago, che ha un cuore e si è emozionato: ha affermato che quando prenderà una decisione sul futuro andrà a soppesare anche l’aspetto emotivo. Sembra strano per un professionista, ma quando Bologna esprime il suo massimo potenziale anche l’imponderabile può accadere. Su Zirkzee, invece, molto dipenderà dalla clausola da 40 milioni in possesso del Bayern e dalle possibili offerte che arriveranno successivamente se i tedeschi non la dovessero esercitare. Attorno a cifre di 60-70 milioni di euro diventerebbe difficile resistere, ma preferiamo non pensarci e ragionare sul presente perché mancano 12 partite e il sogno è ancora vivo.
L’Europa manca da 24 anni: come festeggerà la città a fine campionato?
Non ne ho veramente idea perché le ultime generazioni hanno visto solo la vittoria in un Intertoto, per i più giovani una sorta di torneo preliminare che dava accesso alla vecchia Coppa Uefa, che si fa fatica a definire un trofeo, e un paio di vittorie nella Serie B: una qualificazione alla Champions League per noi equivarrebbe quasi all’ottavo Scudetto. Sicuramente, se dovesse accadere, qualcosa verrà organizzato, ma ognuno di noi festeggerà a suo modo, magari pensando a qualche caro che non c’è più e che avrebbe meritato un momento del genere, oppure semplicemente cantando a squarciagola ‘L’anno che verrà’ di Lucio Dalla, ormai canzone simbolo dopo ogni successo. Per qualcuno, invece, sarà una gioia più intima e interiore dopo tanti anni di anonimato e delusioni. In fin dei conti negli ultimi venticinque anni sono stati più i successi cestistici che quelli calcistici…
Martina Giuliano