Impavido, giocava a stinchi nudi, capelli corvini arruffati al vento, sguardo spesso incupito, un pò selvaggio, un pò ribelle, un genio senza regole, uno spirito libero, facilmente infiammabile.

Di Omar Sivori il Bel Paese si invaghì ai tempi in cui l’estro calcistico del fuoriclasse argentino fu al servizio della Juventus per otto stagioni; tre scudetti, tre Coppe Italia vinte tra la fine degli anni 50 e i primi anni ’60, con 253 partite giocate e 167 reti andate a segno. 

Segnava gol inaspettati, mai scontati, che sembravano giocati quasi per stupire ed incantare. Noto anche per le sue finte con cui riusciva ad ingannare gli avversari al pari di un illusionista del pallone, Sivori è considerato l’inventore del tunnel.

Nato a San Nicolas, a 200 km da Buenos Aires, nel 1935, inizia la sua carriera in Argentina reclutato dal River Plate capitanano tra l’altro da Renato Cesarini, un ex calciatore proprio della Juventus.

Con i biancorossi, Sivori vincerà per tre anni consecutivi, dal 1955 al 1957, il Campionato d’Argentina. Sarà tra i protagonisti principali anche della Nazionale che vincerà il campionato sudamericano nel 1957; Sivori in quell’occasione sarà parte integrante di un trio d’attacco formato da Maschio e Angelillo, ribattezzati insieme a lui dai tifosi italiani come “i tre angeli dalla faccia sporca”.

Dopo la Juventus, lasciata anche per incomprensioni con Herrera chiamato a ridare ordine alla squadra, Sivori approda al Napoli e anche qui, intemperante e rivoluzionario come sempre, ottiene risultati eccellenti e infiamma la tifoseria. 

Con i partenopei gioca 63 partite e segna 12 gol.

Ma poi per il suo caratteraccio si becca una squalifica di sei giornate; non la prima di certo visto che in dodici anni di Campionato italiano ne colleziona 33.

Lascerà il calcio giocato nel 1969 per rientrare in Argentina; tornerà a collaborare con la Juventus nel 1994 come osservatore per il Sud America.

Omar Sivori si è spento nel 2005 per un tumore, nella sua città d’origine, dove da tempo aveva avviato un’azienda agricola.

Di lui rimangono anche tante memorie dei cronisti dell’epoca d’oro alla Juventus e al Napoli, quando Sivori infiammava le cronache mondane con le sue serate tra poker, whisky e sigarette…

Un po’ dandy, un po’ bohémien.

Sicuramente un campione unico.

 

Silvia Sanmory