Nicola Berti è la dimostrazione che nel calcio la tattica non è tutto: le due doti atletiche e in particolare l’immensa velocità lo hanno reso un incubo per le difese avversarie.

L’habitat naturale di Nicola Berti era il centrocampo, sia interno che esterno. Non era un regista brillante, di quelli che immaginano le giocate prima che si realizzino, ma era dotato di un atletismo eccezionale. Palla al piede, Berti era imprendibile. Le sue progressioni davano molto da lavorare ai difensori avversari, che difficilmente riuscivano a fermarlo. Il suo gioco ad alta intensità, fatto di corse forsennati e pressing irrespirabile, spesso gli ha provocato numerosi infortuni.

La culla calcistica di Berti è il Parma, un’esperienza di lusso per iniziare la propria carriera da centrocampista; la Serie B gli accende i fanali del grande calcio, facendolo notare dalla Fiorentina. Mister Agroppi non ha dubbi: Berti farà strada e anzi, la fa correndo. Si fa conoscere dai tifosi viola segnando alla Juventus e all’Inter, due avversari non da poco. Il tiro dalla distanza è un’altra dote invidiabile di Berti.

Nicola Berti Inter
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L’Inter rimane colpita (non solo nell’orgoglio) dal talento di Nicola Berti e ne ufficializza l’acquisto nell’estate del 1988, dopo solo una stagione a Firenze. Sarà l’inizio di una longeva avventura: Berti diventerà un simbolo nerazzurro. Con l’Inter arriveranno Scudetto, Supercoppa italiana, due Coppe UEFA e prestazioni spettacolari. A Monaco Di Baviera è ancora vivido il ricordo della sua rete in contropiede, una cavalcata durata un intero campo.
Come ogni calciatore, anche Berti sognava la Premier League, dove chiuse la sua carriera dopo dieci anni in nerazzurro.

In concomitanza con il suo approdo a Milano, un Berti appena ventunenne è chiamato in nazionale maggiore a sostituire un infortunato Carlo Ancelotti. Le aspettative non vengono deluse: Berti arriva, gioca e segna. L’Italia così guadagna un nuovo centrocampista super offensivo, titolare inamovibile insieme agli altri Azzurri nelle esperienze dolce-amare del ’90 e del ’94.

 

 

Federica Vitali