La Juve in versione leonessa ferita rischia di cedere il fianco pure alle Streghe beneventane: non ci sta Paulo Dybala che inverte le sorti della gara e ci rivela ciò che già sapevamo

Ah, i tempi in cui la Juve usciva dalla Champions e piena di rabbia massacrava la povera, malcapitata avversaria di Serie A di turno…

 Così di fatto dovrebbe fare una leonessa ferita, alla ricerca della sua vendetta; così aveva promesso Max Allegri in conferenza stampa. E poi, con tutto il rispetto per i campani,  questo è un  testa-coda e va bene che al Vigorito sembra festa nazionale ma c’è un limite al clima di vacanza. Siamo ancora in lotta scudetto.

Però la Signora  sembra effettivamente in modalità off. Che sia la giornata troppo calda, quasi estiva? No, starà sicuramente pensando alla remuntada di mercoledì: perchè per chi lo ignorasse non abbiamo ancora entrambi i piedi fuori dalla Coppa Regina. E chi se lo scorda, che dobbiamo  andare a Madrid? La funzione “risparmio energetico” pare bella rodata. Da tempo immemore.

Paulo Dybala dà la scossa portando in vantaggio i suoi e oplà, inizia il solito copione: la squadra si abbassa per difendere il vantaggio. Il Benevento, che non è il Real ma che ha evidentemente studiato il modus operandi di Madama, trova ben presto il gol del pari.

(immagine da ilbianconero.com)

Assistiamo inermi a questo meccanismo che lo Stratega bianconero ci sciorina ogni volta con la stessa sacralità del Vangelo: vantaggio e gestione della difesa. Più che gestione, un’ossessione che oggi non paga nemmeno visto il doppio vantaggio e  la doppia rimonta delle Streghe che lo stanno spaventando sul serio, lo Stratega. Il tempo avanza e non ci sono sostituzioni magiche che sovvertano la gara.

Perchè la gara la sovverte lui – come sovente accade – il diez argentino reduce da una settimana da incubo: si inventa la vittoria (con due calci di rigore trasformati… non li sbagliava sempre?) e salva lo Stratega. Ma questa volta non lo fa in silenzio; dopo aver chiesto per tutto il tempo ai compagni di restare alti, Joya si concede ai microfoni e pronuncia testuali parole: “Siamo noi che ci complichiamo le cose, abbassandoci dopo il gol del vantaggio”. Era oraEra ora!

Dillo, Paulo. Alle telecamere, agli avversari, a noi ma  soprattutto urlalo allo Stratega che beatamente sorride perchè tanto sa che qualcuno gli risolverà  la partita. Dillo che è questo il cancro che affligge la Juventus, che le impedisce di crescere. Dillo che questo gioco è vecchio, obsoleto e che ormai in Europa sono lontani anni luce perchè  hanno capito che la migliore difesa è l’attacco, che chi osa vince e magari si diverte pure.  Altro che circo.

I tempi della BBC sono finiti: già Cardiff li aveva definitivamente archiviati. Non c’è nulla di peggio di non volersi arrendere all’evidenza. Questa Signora vince in Italia per manifesta superiorità, ma a furia di sfidare la sorte potrebbe andar male anche in terra patria. Che si restituisca agli attaccanti il loro ruolo. Che si torni a coltivare un gioco corale, in cui le azioni non siano più frutto dell’ iniziativa individuale. Che si smetta di pensare che sia sufficiente segnare una rete per portare a casa tre punti, perchè se non hai difesa e centrocampo all’altezza ciò non accade.

E’ ora che Allegri si renda conto che la sua strategia è alla portata di tutti, pure dell’ultima in classifica. Glielo stanno urlando i suoi stessi uomini, forse lo facevano già prima: e non sarà metterli a tacere, come già successo in passato, a risolvere il problema.

Daniela Russo

(immagini copertina e corpo testo tratte da  Facebook Juventus)