Nel 2018 ha vinto il Mondiale con la Francia da protagonista, arrivando poi terzo al Pallone d’Oro. Poi il declino di Antoine Griezmann è sembrato inarrestabile.

Prima del Mondiale in Qatar, Antoine sembrava un giocatore che si era lasciato il meglio della sua carriera alle spalle. Ma non per Deschamps che lo ha sempre messo al centro del suo progetto e “Le Petit Diable” lo sta ripagando con prestazioni pazzesche. Ora in Qatar Antoine è la mente e Mbappè il braccio, o meglio il piede.

Griezmann, infatti, per la Francia gioca in ogni ruolo. Non è più la stella della squadra (ora è indiscutibilmente Mbappé), ma corre e si sbatte facendo la mezzala, pressando e mettendoci qualità, come sempre. Rifinisce, conclude, recupera, raddoppia. Sempre presente in ogni zona del campo.

In Qatar non ha ancora segnato, a parte il gol discutibilmente annullatogli contro la Tunisia, e la ribalta finisce ad altri, oltre a Mbappè capocannoniere c’è spazio per i gol di Giroud, per le falcate di Theo Hernandez, per i dribbling di Dembele. Griezmann con l’Inghilterra, nei quarti di finale dei Mondiali qatarioti arriverà alla 72esima partita in fila in nazionale.

“Le Petit Diable” si diverte nella Francia di Deschamps, capace di ridisegnare la squadra dopo gli infortuni di Pogba, Benzema, Kanté, Maignan e Lucas Hernández.

Nella sfida contro la Danimarca, ha dimostrato quanto sia decisivo il rapporto con gli allenatori. Rispettosa convivenza con Simeone. Sintonia speciale con Deschamps. Questione di feeling e autostima. Griezmann ha partecipato con un assist al sabato di Mbappé, diventando così il socio perfetto di Kylian, che ora insegue Just Fontaine, il francese che ha segnato di più nella storia della Coppa: tredici gol.

Nell’Atletico Madrid divide e fa discutere. Nella Francia sposta gli equilibri. Con il pallone consegnato a Mbappé, i suoi assist in nazionale sono diventati 26, come quelli di Zidane. In un’intervista nel post gara contro la Danimarca ha detto:

«Le statistiche fanno piacere, ma contano solo i risultati del gruppo. La partita con la Danimarca rafforza le nostre ambizioni. Era un appuntamento delicato. In Nations League erano riusciti a batterci per due volte».

Griezmann è il perfetto antidivo.

Sa di essere scomodo anche perché ha combattuto diverse battaglie sociali: prima del via ai Mondiali ha espresso la sua vicinanza ai diritti della comunità Lgbtq+ e nel 2019 Griezmann ha sostenuto la causa delle calciatrici della Liga spagnola per il rispetto dei diritti minimi delle lavoratrici come Ferie pagate, maternità, un salario più dignitoso.

Nell’ottobre del 2020 Griezmann è intervenuto per difendere il compagno di squadra Ansu Fati da un articolo razzista sul quotidiano spagnolo ABC.

Nato a Màcon, nella Loira, da padre di origine tedesca e madre portoghese: il nonno materno di Antoine era un difensore del Pacos de Ferreira, emigrato in Francia per sfuggire alla dittatura di Salazar.

Griezmann è legatissimo alla sua Francia anche se non si è mai sentito totalmente francese. Dopo aver vinto i Mondiali con i Bleus quattro anni fa, si è presentato alla stampa con la bandiera dell’Uruguay avvolta sulle spalle.

Infatti, il rapporto con il Sudamerica è per lui essenziale, il Cholo Simeone è l’allenatore che lo ha valorizzato di più, ed anche di ispirazione in cucina. Griezmann sa preparare benissimo il Mate grazie alle tecniche che gli ha insegnato l’ex tecnico della Real Sociedad Lasarte: “Lo bevo prima dell’allenamento, di mattina o di pomeriggio, serve a risvegliarmi”, ha spiegato.

Amico fraterno di Diego Godin, che con lui è andato per due volte a un passo dalla vittoria della Champions, da lui ha imparato a preparare l’asado, la famosa carne sudamericana. Antoine lo cucina spesso con sua moglie, mentre i suoi tre figli imparano i trucchi del mestiere.

La sua esultanza speciale, però, dal cantante statunitense Drake, con il suo singolo indimenticabile Hotline Bling. Antoine balla e risponde al telefono.

Ilaria Ianni’