Mentre il Paese più potente del Mondo ha come vice-presidente una donna, nella maggior parte del globo le cose vanno ben diversamente.

Si potrebbe a lungo disquisire circa le discriminazioni di genere che colpiscono i più svariati ambiti, quello lavorativo e familiare in primis; ma quel che qui ci interessa è il pregiudizio, per il quale non hanno ancora brevettato nessun vaccino, relativo all’annoso binomio donna – calcio.

Per i più, infatti, la regina del focolare, la domenica, deve essere incline alla cura domestica della propria famigliola non pronta per lo stadio, per la trasferta o – più semplicemente – per la partita in TV.

retro-1321078_1280
Foto di Oberholster Venita da Pixabay

Del resto, i soloni che mutuano la sopra descritta teoria (né misogina né maschilista ma semplicemente a perpetua prosecuzione dei tempi), reputano che la donna in quanto tale non sia in grado di interpretare un’ azione o piuttosto di capire la regola del fuorigioco.

“La donna non ama il calcio, ma la bellezza dei calciatori!”

Del resto, il genere femminile, nell’altrui visione, è un’arrivista,  sogna del calciatore la ricchezza, la vita agiata… insomma, “Chi, meglio di un top player ti può mantenere?!”…

Certo, l’analisi del tipo umano che sostiene tale tesi è alquanto impietosa.

Per lo più, infatti, lor signori si contraddistinguono per essere dediti al “giuoco del calcio”.

Ma quale calcio?!

Quando va bene ci riferiamo a quello disputato al campetto, per scaricare le frustrazioni accumulate in una vita…

Ad ogni buon conto, ignari dei loro limiti – e non solo di quelli in campo- vorrebbero sostituirsi al mister, al ds, al presidente della società.

Mi chiedo e vi domando, se abbiano effettivamente capito cosa sia il calcio.

Anticipo la risposta: no!

Le regole del calcio devono essere conosciute: esse sono le basi per apprezzarne l’essenza e coglierne il pieno significato.

Se si ama la poesia, non si può ignorare tutto ciò che ne è sotteso.

Così per il calcio!

Il calcio è poesia, è filosofia, è essenza della vita.

Non a caso il fenomeno sociale del calcio ha scosso intellettuali che ne hanno studiato la complessa e catartica struttura di aggregazione, condivisione.

La premessa serve ad affermare che tutti, al di là del genere, possono amare il calcio dal suo tecnicismo al suo romanticismo.

Pur donna, non ho mai amato nessun calciatore più della maglia.

Anzi, per i colori della mia squadra ho fatto sacrifici e qualche follia; spesso sugli spalti.

Amo il calcio, ancor di più il club che tifo dalla nascita.

Se, nel 2020, non si comprende questo, la nostra speranza non potranno che essere le future generazioni, sempre che i loro genitori siano in grado si superare le questioni di genere…

piccole tifose soriane
Fonte immagine Pagina Facebook U.C.Sampdoria

Per il momento io donna, avvocato, tifosa e redattrice, mi godo l’amore per i miei colori e tutta la poesia ed il romanticismo di un gol in zona Caicedo (assai sottostimato, fino a poco tempo fa,  dai sapientoni del campetto…).

 

Annalisa Bernardini