In un’Italia in piena crisi in attacco, si fa spazio un nuovo giovane. Mancini si è spinto fino in Argentina per trovarlo e lui l’ha ripagato con un gol all’esordio. Una rete, che non ha regalato il successo agli Azzurri, ma che ha donato un po’ di vivacità alla squadra, lasciando però anche uno strascico di dubbi e domande sul futuro della selezione. Mateo Retegui: tutti ne parlano, molti lo criticano, altri lo osservano con interesse. Lui, nel frattempo, si gode le sue “prime volte” con la maglia della Nazionale. Ma chi è questo 23enne che ha stregato Mancini e prova a conquistare il Belpaese?

Mateo è nato a San Fernando, in provincia di Buenos Aires, e si dedica fin da giovanissimo allo sport. No, non al calcio, ma all’hockey su prato. Retegui decide di seguire le orme di papà Carlos che, in Argentina, è un’istituzione di questo sport. Poi, inizia a dedicarsi anche al pallone, entrando a far parte del settore giovanile del River Plate, che lascia nel 2014. Certe storie però, si sa, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Nell’estate del 2016, viene notato da Diego Mazzilli, scout del Boca Juniors e Mateo non sa resistere. Inizia così la sua avventura nelle giovanili degli Xeneizes. Il 17 novembre 2018, all’età di 19 anni, debutta in prima squadra sostituendo Carlos Tevez. 

Un ottimo inizio, poi il decollo: i prestiti all’Estudiantes, al Talleres e al Tigre, ma soprattutto il titolo di capocannoniere della Superliga Argentina, conquistato nel 2022, superando la concorrenza con 19 gol in 27 partite.

Il 23enne riesce a farsi notare in Sudamerica, ma le sue giocate e il suo talento superano i confini dell’Argentina e arrivano anche oltreoceano. La CT10Management, scuderia di talenti di Francesco Totti, lo vuole a tutti i costi e Mateo diventa il secondo campione rappresentato dall’agenzia. 

L’ex capitano giallorosso non è l’unico a rimanere folgorato. A distanza di qualche anno, anche Roberto Mancini decide di dargli una chance e lo convoca in vista delle partite di qualificazione a Euro2024 contro Inghilterra e Malta. Mateo infatti è sì argentino, ma ha la cittadinanza italiana grazie al nonno materno, originario di Canicattì. 

Con Immobile e Raspadori ancora infortunati, il CT decide, a sorpresa, di affidarsi al 23enne e di scommettere tutto su di lui: “Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda”. Mateo ha tutte le caratteristiche per far bene in questo attacco Azzurro a cui spesso manca vivacità. È un giocatore veloce, che si sacrifica per la squadra, ma che ha anche grande fiuto per il gol. I club di Serie A, e non solo, già lo cercano. Lui, nel frattempo, cerca di spiccare il volo in Nazionale e di godersi il suo “tango italiano”.

Alessandra Cangialosi