Siamo arrivati alla quinta notte in terapia intensiva, Zanardi è in condizioni gravi ma ancora stabili. Resta sedato ed in coma farmacologico. I medici hanno rinviato di almeno sette giorni ogni decisione su una possibile riduzione dei farmaci che tengono l’ex pilota.

Zanardi è sempre stato un combattente, e pensare che se non avesse avuto successo con le auto avrebbe seguito il padre a fare l’idraulico.

È sempre stato appassionato di motori e dopo l’esperienza coi kart e in Formula 3, nel 1991 esordisce in Formula 1 con la scuderia Jordan che cerca un pilota che sostituisse Michael Schumacher, in procinto di passare alla Benetton.

Il debutto avviene al Gran Premio di Spagna dove si qualifica ventunesimo:  in gara ottiene il nono posto. Nonostante i buoni risultati e l’ottimo rapporto col team, Zanardi deve abbandonare la scuderia irlandese a metà stagione perché versa in gravi condizioni finanziarie. Nel 1992 passa alla Minardi dove però non raccoglie grandi risultati.

Dal 1993 al 1994 invece accede alla Lotus. Viene ingaggiato come seconda guida dopo che in una simulazione di gara a Le Castellet realizza tempi più veloci di Michael Schumacher, attirando le attenzioni del team inglese. Nella prima stagione l’ andamento è altalenante, e il primo punto lo ottiene nel Gran premio del Brasile, arrivando in sesta posizione e guidando con una mano sola per gli ultimi 20 giro per un infortunio occorso durante la gara.

Epica fu la rimonta ad Imola che gli fa conquistare il quinto posto.

Per dei cambiamenti alle sospensioni la macchina diventa poco affidabile e Zanardi spesso non riesce a finire la gara per i ritiri. A un incidente fuori dai circuiti –  in cui viene investito mentre si trova in bicicletta a Bologna –  se ne somma un altro durante le prove del Gran Premio del Belgio.

Un guasto alle sospensioni fa sì che il pilota si schianti a oltre 240 km orari contro le barriere del Raidillon, costringendolo a concludere anticipatamente la stagione. Per la notevole forza che si scarica sulla sua schiena, Zanardi diventò più alto di 3 centimetri.

Esce comunque dall’incidente senza gravi lesioni:  nonostante questo, la Lotus decide di sostituirlo e l’anno successivo rimane come collaudatore.

Nel 1995 è senza contratto ma Rick Gorne, direttore commerciale della Reynard che conosceva già dai tempi in cui correva in Formula 3000,  gli propose di correre in Formula Cart.

Riesce ad essere introdotto e a fare parte del team Ganassi a ottobre del 1995 firmando un contratto triennale. Zanardi si ambienta velocemente e già nei test invernali ottiene tempi veloci.

Dalla seconda parte di stagione comincia a installarsi stabilmente nelle prime posizioni, entrando nella lotta al titolo: oltre a conquistare pole position e giro veloce, arriva la prima vittoria stagionale. Nelle gare seguenti spesso sale sul  podio e negli ultimi quattro appuntamenti stagionali è sempre  al primo posto. Chiude la stagione al terzo posto.

Vince il titolo di Rookie of the Year come miglior debuttante. Durante questa esperienza, poi, il suo ingegnere di pista Morris Nunn lo aveva soprannominato Pineapple, per la sua insistenza nell’analizzare l’assetto dell’auto per cercare correzioni di comportamento del mezzo.

Nel 1997 si laurea per la prima volta campione di Formula CART. Nel 1998 Zanardi corre la sua migliore stagione nella categoria, con 7 podi che lo portano alla seconda conquista consecutiva del campionato di CART.

I successi in pista però sono seguiti da polemiche dovute al suo stile di guida troppo aggressivo ed in varie occasioni fu attaccato durante le riunioni dei piloti.

L’anno successivo, nel 1999, Zanardi torna in Formula 1 e firma un triennale con la Williams.

Per i  molti problemi di affidabilità  non riesce ad ottenere risultati brillanti. La pressione del team  aumenta e nel giro di poche corse la fiducia  nei suoi confronti comincia a calare;  spesso rimane vittima di guasti meccanici che complicano il suo percorso nella F1.

Demoralizzato dagli scarsi risultati, in accordo col team, lascia la Williams e si ritrova senza contratto per la metà dell’anno.

Nel 2000 arriva l’occasione di tornare nel campionato Formula Cart e gareggiare nel 2001 per scuderia del suo ex ingegnere di pista Mo Nunn.

La ripartenza però non è facile perché Zanardi riscontró subito delle difficoltà tra l’ assetto, l’ inesperienza del team, errori di strategia e inconvenienti tecnici che gli impedirono più volte di salire sul podio.

L’avventura con la Formula Cart termina nel più tragico dei modi: durante la gara a Lausitzring, nel 2001, Zanardi perde improvvisamente il controllo della vettura che, dopo un testacoda, si intraversa lungo la pista mentre sulla stessa linea sopraggiungono ad alta velocità due altre macchine.
La prima riusce a evitare lo scontro, la seconda no e l’impatto è violentissimo: la vettura colpisce perpendicolarmente quella del pilota bolognese all’altezza del muso – dove alloggiano le gambe –  spezzandola in due.

Zanardi è in condizioni disperate, il capo dello staff medico della CART, “tappa” le arterie femorali del pilota per tentare di fermare la grave emorragia. Dopo aver ricevuto l’estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, viene caricato sull’elicottero e portato all’ospedale di Berlino, dove rimane in coma farmacologico per circa quattro giorni e dove gli vengono definitivamente amputate le gambe.

Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite Zanardi  lascial’ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.

Da questo momento si può parlare della seconda vita di Zanardi che dopo l’incidente ha avuto immediatamente un atteggiamento di propositività verso la vita e le sue avversità.

Suscita estrema commozione vederlo nel dicembre 2001 alzarsi in piedi sulle protesi dalla sedia a rotelle durante la premiazione del Caschi d’oro.

Incredibilmente Zanardi ritrova di nuovo la voglia di correre in auto e partecipa a vari Campionati Italiani e Mondiali di Superturismo, riuscendo a vincere pure il titolo.

Parallelamente all’automobilismo, ha cominciato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili ed ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo dove corre in handbike. Nel 2010 vince il titolo italiano  conquistando la maglia tricolore, nel 2011 la medaglia d’argento ai campionati mondiali in Danimarca nella prova a cronometro.

Nel Novembre 2011 partecipa alla maratona di New York vincendola e stabilendo il nuovo record della categoria handbike. Nel 2012 ha vinto la maratona di Roma, anche stavolta con il record del percorso. Nello stesso 2012 partecipa ai XIV Giochi paralimpici estivi di Londra, per la categoria a cronometro e su strada vincendo l’oro nel cronometro e l’argento di strada.

In virtù dei risultati conseguiti a Londra, viene eletto “Atleta del mese” da un sondaggio online del Comitato Paralimpico Internazionale.

Nel 2013 vince la Coppa del mondo su strada e negli anni successivi si riconferma più volte campione su strada ed a cronometro.
Nonostante tutto, nonostante l’incidente che gli ha portato via le gambe, Zanardi è sempre riuscito a trovare il lato positivo della situazione diventando simbolo di rinascita. Stana fuori la forza della vita che risiede in lui dimostrando che si può venire fuori da una difficile situazione con tenacia, voglia di fare e soprattutto col sorriso.

Quel sorriso che caratterizza il volto di Zanardi, lo rende più vicino a tutti ed è per questo che è sempre ben voluto, atleti, sportivi e non. Dal momento dell’incidente Alex è stato ospite per varie associazioni e andando a trovare gli studenti delle scuole romane disse queste parole:

È possibile che se il fulmine m’è arrivato tra capo e collo una volta mi colpisca nuovamente, ma rimanere a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere, quindi no, io la vita me la prendo…

(Da un incontro con studenti delle scuole romane)

Il 19 giugno 2020 Zanardi ha un terribile incidente durante una manifestazione, mentre gareggia con la sua handbike si è scontrato contro un camion. Le sue condizioni sono ancora gravi ma stabili.

 

 

Tutti siamo certi che la Forza della Vita interna ad Alex sta lottando per restituirci lo Zanardi di cui tutti abbiamo bisogno.

 

Ilaria Iannì