Dopo l’addio di Daniele Faggiano, la tifoseria crociata dovrà far i conti con un’altra partenza dolorosa: quella di Antonino Barillà.

Il classe 1988, nato e cresciuto nel settore giovanile della Reggina dove ha esordito nella massima categoria nel 2005, approda al centro sportivo di Collecchio – svincolato dal Trapani – nella sessione estiva del 2017.

In poco tempo Nino entra nel cuore di tutti, in particolare in quello di mister D’Aversa che crede in lui sin dall’inizio e lo fa diventare indispensabile nel suo “11 domenicale”.

Un giocatore che ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per gestire il centrocampo, che ha sempre collaborato nel recuperare palloni e nell’innescare la ripartenza: inoltre, un giocatore  capace di sfornare assist ai suoi compagni, importantissimi gli ultimi due contro Lecce.

Sono stati tre anni splendidi e prolifici per il calabrese che lascia il Ducato con ben 85 presenze tra seria A, B e Coppa Italia, con 6 assist e 8 reti. Insomma, ha dimostrato di avere doti di generosità, duttilità, umiltà, senso di appartenenza e soprattutto disponibilità a giocare stringendo i denti anche in condizioni imperfette, qualità importantissima vista la lunga lista dell’infermeria parmigiana degli ultimi anni.

Va via così un pilastro della rinascita gialloblù, durante la quale è riuscito a dare il meglio di sé e diventare un uomo.

Barillà
Immagine Twitter Il Monza siamo noi

Ora Nino ha bisogno di spazio, che ultimamente a causa dei nuovi acquisti mancava, e forse ha anche voglia di ricompiere l’impresa. Destino infatti vuole che il Monza si presenti esattamente come il Parma di tre anni fa, una promozione dalla C alla B e un progetto ambizioso per raggiungere la massima serie.

Sergio Bambaren, scrittore peruviano, in un suo famoso romanzo scriveva:

L’amore è anche imparare a rinunciare all’altro, e saper dire addio senza lasciare che i tuoi sentimenti ostacolino ciò che probabilmente sarà migliore per coloro che amiamo.

Rinunciamo a un pilastro, non solo sul rettangolo di gioco ma anche in spogliatoio. Ma è giusto così.

In bocca al lupo Nino e grazie, grazie tante per averci fatti tornare dove meritavamo. Intanto ci si augura che chi prenderà il suo posto in rosa non lo faccia rimpiangere.

 

Giorgia Macchia