Le ultime sconfitte della Sampdoria contro Crotone e Inter lasciano molto di più dell’amaro in bocca: in casa blucerchiata le domande in cerca di risposta cominciano a essere tante

Chi vince esulta, chi perde spiega, così in uno dei suoi celebri discorsi, il grande Julio Velasco descriveva la psicologia sportiva. Già ci sarebbe tanto da spiegare, o forse no. Perché la Sampdoria vista nelle ultime due uscite con 9 gol incassati è troppo brutta da riuscire a descrivere e davvero poco ci sarebbe da commentare, dal punto di vista del gioco. Perché di gioco, in realtà non c’è stato. Difesa colabrodo, centrocampo traballante, attacco senza grinta e idee.

(immagine Getty)

Situazione diametralmente opposta a quella del girone di andata e oltre, in cui, dopo una prestazione sottotono ne seguiva subito una strepitosa. E invece dopo la catastrofica trasferta di Crotone, ecco la  Caporetto casalinga contro l’Inter dove l’unico, forse, degno di una stiracchiata sufficienza è Praet che ha cercato fino alla fine di lottare in mezzo al nulla.
Troppa la differenza fra Inter e Sampdoria dove i nerazzurri hanno letteralmente camminato sopra un undici di casa spento al limite dell’incredibile, quasi non avesse più nulla da dare a questo campionato.

Dure infatti al termine della partita le parole del tecnico di Bellinzona che ammette che forse le aspettative, dopo l’avvio strepitoso, si sono un po’ troppo elevate e che la Samp non è stata creata in estate per un piazzamento europeo. (immagine da sampnews24.com)

Forse un po’ troppo remissivo il mister, criticato da qualcuno per non voler rinunciare all’estetica a discapito del risultato; o forse ha voluto semplicemente toccare nell’orgoglio i suoi che ora andranno in pausa per gli impegni con le nazionali. E proprio  l’aria di convocazioni e mondiali potrebbe aver riempito la pancia di alcuni (Ramirez, Linetty, Zapata, Torreira, Strinic, Bereszynski), oppure l’instabilità di una situazione che cambia ogni anno in una società che a stagione finita mette in vendita i suoi pezzi da novanta.

Di sicuro i meccanismi si sono intoppati,  certamente Giampaolo e staff dovranno lavorare sulla testa del gruppo e magari trovare qualche soluzione alternativa ad un modulo che, una volta capito dagli avversari, diventa facile da contrastare.

Unica e solita nota lieta: i meravigliosi tifosi blucerchiati. I loro cori non hanno mai smesso di farsi sentire tanto da indurre i giocatori a spostarsi, a fine partita, sotto la sud e scusarsi per l’indecoroso spettacolo visto sul campo:  la Sud merita di nuovo i suoi ventidue leoni.

Claudia Carrega

(immagine copertina da sampnews24.com)