Roberto Carlos è annoverato tra i difensori più forti nella storia del calcio, solo con il Real Madrid ha vinto un numero incredibile di trofei.

Ci vorrebbe un intero articolo per citare tutte le competizioni vinte e i record infranti da Roberto Carlos, una bestia sacra del calcio mondiale.

Roberto Carlos – anche se in possesso del passaporto spagnolo – è brasiliano al 100% e come ogni brasiliano il calcio gli scorre nelle vene.
Si vede quando danza con il pallone dai piedi, non è solo talento, è un modo di vivere.

La sua interpretazione del ruolo di terzino ribaltò gli schemi del calcio moderno: correva per tutta la fascia Roberto Carlos, non si fermava mai.
Quando c’era da avanzare era il primo a farsi avanti e forniva assist di precisione millimetrica.

Per non parlare della classe nel dribbling… tecnica ed eleganza, un concentrato letale per un giocatore veloce e resistente come Roberto Carlos.
La sua padronanza della fascia sinistra non fu compresa all’Inter e Roy Hodgson schierò fuori ruolo uno dei migliori difensori del pianeta. Fu un sacrilegio e per fortuna la trattativa con il Real Madrid arrivò provvidenziale.

Roberto Carlos
Foto: Twitter

È bravo a difendere, fa ripartire la squadra, è un esperto nel dribblare… c’è altro? Naturalmente sì!
Roberto Carlos, specialista nei calci piazzati, decide anche d’improvvisarsi professore di fisica, perché le sue punizioni sfidano davvero le leggi della dinamica.
Contro la Francia un suo tiro a 137 km/h assunse un effetto tale da modificarne completamente la traiettoria. Una palla che sembrava fuori s’insaccò in rete, uno dei goal più famosi del millennio.
Grazie a queste sue doti tecniche è ricordato come uno dei difensori ad aver segnato di più durante la sua carriera.

Quando l’Inter lo acquista dal Palmeiras Roberto Carlos è un perfetto sconosciuto, un terzino con il vizio del goal come potevano essercene tanti altri tra le favelas del Brasile. In quel di Milano non fu mai compreso pienamente e il passaggio dal Real Madrid fu favorito dai nerazzurri in primis.
A Madrid un signore chiamato Fabio Capello vuole Roberto Carlos a tutti i costi, sguinzaglia il suo direttore sportivo come un cane da caccia. Dopo un giorno il terzino è già in viaggio per la Spagna.
Da quel momento in poi è tutto un susseguirsi di successi e vittorie, che porteranno il Real Madrid – e Roberto Carlos – a dominare il calcio europeo per diversi anni.

Le undici stagioni con i blancos sono le migliori della sua carriera e sfiora perfino il Pallone d’Oro.
Ma l’ambiente di Madrid, si sa, è spietato. La tifoseria ha un peso determinante sulla squadra e anche il minimo errore può costarti caro, Iker Casillas lo sa bene.

Gli spagnoli sembrano dimenticarsi di tutti i trofei alzati da Roberto Carlos con la maglia del Real quando con un errore favorisce il goal del Bayern Monaco in Champions League nel 2007.
Un solo errore che gli costa l’amore del popolo madrileno e lo costringe a considerare l’idea di andare via alla fine della stagione.

Roberto Carlos
Foto: Twitter

Anche quando ritorna in patria, al Corinthians, sono i tifosi minacciosi ed esigenti a costargli il posto.
Nessun calciatore può giocatore al top per tutta la sua carriera, neanche Roberto Carlos, ma la gente non sembrava pronta ad accettarlo.
Fa qualche follia, alternando il ruolo di calciatore con quello di allenatore nell’ultima fase della sua carriera, prima di annunciare il ritiro definitivo alla fine del 2016.

Ha fatto sognare un popolo intero, ha fatto innamorare quel Brasile da sempre abituato ai grandi goleador… ma mai a quelli che segnavano pur giocando in difesa! Della Nazionale brasiliana Roberto Carlos fu anche capitano e ci alzò trofei storici come il mondiale del 2002.
La saluta nel campionato del mondo che vide trionfatori gli Azzurri, dopo la bruciante eliminazione con la Francia.

Una cosa è certa: la maturità di Roberto Carlos gli ha sempre permesso di uscire di scena al momento giusto. 

Federica Vitali