Le ultime vicende di mercato alle prese coi bilanci e l’inizio di febbraio con un (presunto) spogliatoio spaccato: questo e molto altro per chi preferisce tutto, fuorché il calcio giocato

Febbraio 2018, Milano: tutti sappiamo tutto di tutti e riguardo a tutto (scusate l’ingarbuglio di parole). Lo spettacolo intellettuale che ne consegue è un barcamenarsi tra una speculazione e l’altra di dubbia fondatezza. Tuttologi in ogni dove. Sedendo e mirando tali esibizioni il “Cado dalle nubi” sovviene spontaneo e mi affiora in mente un certo Zalone e mi viene “malignamente” (e ironicamente ) da pensare a quella fantomatica frase: “i figli dei drogati da un lato, i figli degli assassini dall’altro”. Resta da capire chi sono i drogati, chi gli assassini ma la suddivisione non è così ovvia poiché il sistema dottrinale che ne consegue è piuttosto variegato.

Gli attenti:
Icardi non segue più Perisic e Brozovic su Instagram che a loro volta hanno smesso di seguire lui ma Mauro non segue più neanche Wanda che, tra rumors e foto osé, torna a casa e viene immortalata mentre sorseggia mate ed è subito “I love you”. Perisic compie 29 anni e saranno felici gli addetti delle pulizie della Pinetina a dover rimuovere uova e farina dalle piscine del centro Suning che i compagni, come da tradizione, hanno piacevolmente “servito” sulla nuca del croato. (NB) Karamoh e Dalbert se la ridono, Miranda ha paura dell’albume, Skriniar dribbla la pioggia di farina ed Eder schiva il lancio del tuorlo, qualcuno gli dia una padella antiaderente e le crepes sono servite ma, occhio! I più attenti, notando l’assenza di Icardi nel gruppetto “prova del cuoco”, più che una primordiale ricetta di crepes ci vedono un’assodata prova di crepe (senza “s” finale): ed è subito “Spogliatoio spaccato”, considerazione però ritratta dagli stessi dopo il post di auguri di Maurito a Perisic arrivato nel pomeriggio.

Intanto si è appena concluso lo svenante e affliggente calciomercato: Qui è Sparta, al mio segnale scatenate le tastiere e, linea ad esperti e tuttologi:
Capitolo PSR, 
che è l’acronimo di Pastore – Sturridge – Ramires, i più gettonati nomi del mercato invernale, quelli bollati già come nerazzurri dagli esperti, quelli secondo i quali fosse per loro lo sarebbe stato pure Cristiano Ronaldo – tra l’altro sempre secondo loro, quelli delle crepe (senza la “S” finale), in pieno divorzio con i Blancos –  e perché no, pure Messi, Neymar e forse pure il Fenomeno che, non importa l’età, serve uno con esperienza! Poi però, serve pure un centrale perché lo sa pure la mamma di Lucianone, arriva Lopez ma necessita un’alternativa ad Icardi e non solo a lui perché Candreva sbaglia i cross e Perisic è discontinuo e altalenante, e quindi SOS, anzi SAS! ( Stevens – Ausilio – Sabatini) qualcuno trovi un’alternativa. Perché non prendere Benzema a ‘sto punto? E il centrocampo? Ah già Pastore. Pastore sì, Pastore no: non serve così tanto ma anche sì perché tentar non nuoce e (giustamente sempre secondo i saggi) se tenti la sorte buttando 30 milioni per Pastore sei un genio, se “tenti la sorte” con Rafinha senza oneri sei uno scappato di casa, povero e ti meriti i meme del piccolo George che ti disprezza.
Dunque Pastore sì, Pastore no, alla fine Zhang ha detto no, l’argentino resta al PSG in compagnia di Neymar, (Messi saluta con affetto Rafinha che, al netto, è l’unico arrivo all’Inter insieme a Lopez, CR7 dichiara amore eterno al Real e Ronaldo, quello vero, sospira e toglie la pancerina).
Intanto il tempo è scaduto, e si torna a Sparta e di nuovo al mio segnale scatenate le tastiere, chiudete le porte del Melià e aprite quelle delle farmacie: Malox, Buscopan, Antistax e c’è chi addirittura, colto da depressione post mercato e sfiducia nel genere umano, ovvia per Valium e Prozac, almeno fino alla prossima partita: quando si potrà tornare a scatenare la tastiera sul giocatore di turno (o allenatore, presidente, ds…)

Tra le credenze e i fatti c’è quasi sempre un altro schieramento, quello degli eretici da ardere al rogo poiché millantatori i quali, credendo ancora nella tutt’altro che gettonata legge dei numeri, non hanno tempo di filosofeggianti “Se e Ma” e nella folle impresa di razionalizzare si beccano una scomunica se va bene, un rogo se va peggio. D’altronde si sa, Giovanna d’Arco (per difendere la Patria) è finita con polsi e caviglie legate su un’accumulo di tizzoni ardenti e allora, dissertiamo una tesi lungi dall’essere scudo a protezione della Orleans comasca ma, semplice legittimazione di quella già citata antipatica legge dei numeri secondo la quale, proprio per questo antipatica, grida a gran voce che Javier Pastore era un sogno eretico. Il Flaco alle spalle di Maurito sarebbe piaciuto tanto quanto sarebbe piaciuto Ramires (forse più quest’ultimo) ma faceva – e ha fatto – a pugni con la realtà e con una parola sconosciuta ai più, ovvero la parola “bilanci”. Sabatini famoso per l’estro commerciale, spalleggiato da Ausilio, ha provato in tutti i modi a raggirare i problemi che quella parolina appena citata imponeva e continuerà ad imporre, provando a colmare la distanza tra domanda, offerta e possibilità. Purtroppo però, (NB) non parliamo di scambio di figurine e il “Eh ma 5 milioni cosa vuoi che siano” non funziona neppure al fantacalcio e ormai neppure fra i banchi delle elementari. L’operazione per portare l’argentino in nerazzurro non si esauriva a quei fantomatici 5 milioni come in molti credono, bensì si trattava di una trattativa ben più complessa oltre che onerosa. Il primo enorme e invalicabile problema, specie dall’altro lato delle Alpi, era l’obbligo di riscatto mai messo in discussione dai qatarioti, onere che non rientra nelle possibilità finanziarie nerazzurre per ovvi motivi legati al FFP, questo sconosciuto; il secondo motivo è che l’operazione si sarebbe raggirata intorno ai 30 milioni + l’ingaggio di circa 6 milioni, il tutto addizionato tra di loro nel lungo periodo avrebbe raggiunto una cifra di circa 80 mln.  L’Inter sta finalmente venendo fuori dal tunnel dei problemi di bilancio sotto l’attenta osservazione della UEFA in materia di FFP, le restrizioni che ne sono conseguite e ne conseguono sono di gran lunga superiori rispetto a quello che la stragrande maggioranza crede. Per quanto il percorso di crescita made in Suning abbia condotto all’uscita del settlement agreement ormai prossima (l’1 luglio), la società meneghina non naviga ancora in acque tranquille perché nei due anni di proprietà Suning la discrepanza tra entrata e uscita al netto è di circa 200 milioni. Lo scorso anno, il pareggio del bilancio è stato raggiungo grazie alle monetizzazioni ricavate dagli sponsor che quest’anno però, sono dimezzate e la strada per il pareggio di bilancio e la tranquillità finanziaria per il via libera ad un percorso più sereno e libero da vincoli è ancora lunga e tortuosa.
Che Ausilio e Sabatini possano essere un po’ delusi da quello che al netto è stato il mercato in entrata nerazzurro potrebbe pure essere legittimo quanto  la delusione dei tifosi, che sentono ora più che mai il peso della nostalgica generosità Morattiana,  la quale però, a conti fatti – sempre da eretici (sia chiaro) – è stata causa del male che oggi piangiamo. 

Intanto, mentre stiamo qui a barcamenarci tra una dottrina e un’altra, un profilo social e una confezione di Valium per il mancato arrivo di Pastore, forse ha ragione Spalletti  a domandare “Con chi giochiamo?”.

Perché a quanto pare ci siamo dimenticati che è di calcio che dovremmo parlare.

 

Egle Patanè