Le cause dello stop della squadra di Sarri

Anche nei migliori meccanismi un bullone rischia di allentarsi; è successo domenica agli azzurri del Napoli, che frenano la scia di risultati positivi con un anonimo 0-0 contro il Chievo.
Emblema della giornata il necessario turn-over imposto da Maurizio Sarri.
Anche i non titolari offrono affidabilità nel gioco del tecnico toscano, che ha messo a proprio agio ogni giocatore nel suo ruolo.
Il problema del Napoli è nella qualità dei sostituti.
Per quanto siano giocatori discreti, non tutti sono all’altezza dei titolari.
La differenza si è vista con il neo-entrato Mario Rui, chiamato a sostituire l’infortunato Ghoulam.


La prestazione dell’ex Roma è stata buona ma non brillante, il giocatore ha ancora pochi minuti nelle gambe. Ottimo in fase di palleggio ma lascia a desiderare quando si attacca la profondità.
Maurizio Sarri, rispetto ai rivali di Juventus e Roma, è infatti colui che cambia meno uomini. Potrebbe essere questo il punto debole dei partenopei nella lotta scudetto.

A giocare a sfavore del Napoli sono stati sicuramente un calo fisico e scarsa lucidità.
La sfida contro il Manchester City in Champions League ha messo a dura prova i muscoli e i nervi dei campani, che nella trasferta a Verona hanno prodotto giocate prevedibili e non hanno avuto abbastanza freddezza sotto porta.
Insigne, Callejon e Mertens erano molto provati fisicamente, lo ha detto lo stesso Sarri.


Questi ritmi sono bestiali, ma al tridente delle meraviglie il Napoli non ha alternative con Milik ancora infortunato.
Nel post-partita l’allenatore partenopeo ha comunque elogiato la tattica dei suoi ragazzi, pur non negando la mancanza di brillantezza.
“Non possiamo vincerle tutte” ha detto Maurizio Sarri.
Ma nel frattempo la Juve è a meno uno.

 

Federica Vitali