Parlando di lui si ricorre spesso ad un neologismo, madridismo, di cui è uno dei più accreditati rappresentanti. Anzi, per molti è l’emblema stesso del madridismo, “lo scudo del Real Madrid” secondo Jorge Valdano, il “madridismo in persona” secondo Sergio Ramos.

Indubbiamente Raul Gonzalez Blanco, storico capitano del Real Madrid, per quasi un ventennio (tra giovanili e prima squadra) blasonato attaccante del club spagnolo, è stato una leggenda del calcio moderno vincendo ogni tipo di trofeo e competizione.

Trecentoventitre gol in 741 presenze, un record di presenze nella storia del club oltre che secondo goleador solo dietro a Cristiano Ronaldo; quinto goleador assoluto nella storia della Liga con 228, 6 campionati, 3 Coppe dei Campioni, 2 Intercontinentali, 1 Supercoppa d’Europa e 4 Supercoppe di Spagna tanto per sintetizzare.

Un Palmarès di tutto rispetto con una lista di onorificenze superlativa, ben cinquanta, e soprattutto come dicevamo con una raffica di record stabiliti: tra questi giocatore che ha segnato in più partite diverse nella storia della Liga (186) e giocatore che ha segnato più volte la prima rete di una partita della Liga. 

La pietra miliare del Real Madrid ha però rischiato di diventarlo per l’altra squadra della città, l’Atletico Madrid dove appena quindicenne l’asso spagnolo ha mosso i primi passi.

Già dagli esordi segnava reti a manetta, contribuendo a portare la sqaudra delle Giovanili alla vittoria del Campionato.

Fu solo per una questione di budget, con la conseguente soppressione delle Giovanili del club, la causa dell’allontanamento di Blanco dalla squadra nella quale ha forgiato le sue straordinarie qualità: versatilità, adattamento ai vari ruoli dell’attacco, tecnica, senso del gol.

Senza dimenticare la sua correttezza in campo: durante la sua carriera, anche dopo il Real Madrid, non è mai stato espulso ed ha ricevuto pochissime ammonizioni. 

Anche nella Nazionale spagnola, ha dato il suo apporto significativo raggiungendo le 100 presenze; unico rammarico i Mondiali, dove è stato sempre protagonista segnando gol pur non risultando vincente, in un’epoca, ad inizio degli anni 2000, in cui la Spagna non era quella che conosciamo oggi.  

Raul sarà capocannoniere della propria Nazionale ai Mondiali 2002 in Corea del Sud e Giappone, dopo aver realizzato tre reti nelle prime quattro partite, Mondiale che ha visto la Spagna eliminata nei quarti di finale ai rigori proprio contro la Corea del Sud; nei Mondiali dei 2006, con la Spagna eliminata dalla Francia negli ottavi di finale, è diventato il terzo calciatore spagnolo a segnare in tre differenti Campionati del Mondo. 

Raul è stato insomma una leggenda del calcio internazionale, stimata anche dagli avversari, leggenda in quella Spagna sottotono rispetto a quella di oggi.

 

Silvia Sanmory