Da un lato la classifica tutt’altro che sorridente, dall’altro le vicende sul campo quasi mai sintetizzabili matematicamente, l’Inter finalmente reagisce ma non basta a vincere contro una Roma che ha molto da rimproverarsi.

Un pareggio che non entusiasma nessuno, non soltanto in termini di risultato ma anche e soprattutto in termini di prestazione, primo tempo leggermente più giallorosso che nerazzurro, un po’ sotto tono gli uomini di Spalletti che mostrano non troppa lucidità organizzativa e tattica, contengono l’avversario con fatica senza mai fare il salto di qualità. Gagliardini confuso, Borja Valero e Vecino quasi sempre troppo avanzati rispetto al modulo, snaturano il 4-2-3-1 mai stato veramente tale almeno fino al subentro di Brozovic. Molto meglio l’Inter nella seconda parte di gioco, al contrario degli avversari che dopo essere passati in vantaggio grazie ad un gol arrivato quasi miracolosamente (un solo tiro in porta per gli uomini di Di Francesco) hanno finito il carburante mentale più che fisico. Alzata la pressione, i nerazzurri si rendono pericolosi più volte grazie alle incursioni di Cancelo sulla destra che è il migliore in campo (Skriniar e Miranda a parte) insieme a Brozovic. E’ il Croato a cambiare le sorti del match: subentrato ad un Gagliardini troppo timido e spaventato, riesuma il 4-2-3-1 mai applicato fino a quel momento, fa girare bene la palla amalgamando la zona di centrocampo e a quattro dalla fine serve l’assist che permette a Vecino di insaccarla mettendo a segno il settimo gol della stagione segnato negli ultimi quindici minuti di gioco.

Un pareggio che ha un peso irrisorio per entrambe ma che lascia un labile strascico di ottimismo sebbene i tratti apparentemente tristi; da un lato la classifica tutt’altro che sorridente, dall’altro le vicende sul campo quasi mai sintetizzabili matematicamente (non in toto almeno).

43 punti per l’Inter che condivide la postazione con i gemellati biancocelesti, 40 per la Roma (entrambe le capitoline hanno una partita in meno): il gap con le prime due davanti incolmabile (come giusto che sia, bando alle ciance) e un affollamento in zona Champions sempre più incalzante e preoccupante. La Roma potrebbe far tesoro del punto acquisito specie perché rispetto ai padroni di casa ha dato qualcosa in meno e ha da rimproverarsi molto di più: poca lucidità nella costruzione di gioco, poca incisività in attacco e poca intelligenza nell’approfittarsi dei vacilli e delle incertezze dei nerazzurri che a tratti prendevano il sopravvento. L’Inter, al contrario, è cresciuta nel corso della partita riuscendo ad ottenere, seppur tardivamente e parzialmente, quella reazione reclamata da quella (ormai già lontana) disfatta con l’Udinese e labilmente rintracciata contro la Lazio ma mai concretizzatasi fino a ieri. Dopo lo svantaggio nato da un’imbarazzante défaillance (e voglio essere buona) di Santon il rischio di sudditanza psicologica (con conseguente smarrimento che sfocia nel disastro) era altissimo ma i cambi, questa volta azzeccati di Spalletti, hanno sventato il pericolo: Prima Brozovic, poi Dalbert sono la scossa che serviva alla squadra per piazzarsi meglio armonizzando difesa e attacco e prima Eder (su un cross di Cancelo) sfiora il pareggio che però arriva solo dieci dopo minuti con Vecino. L’Inter si gasa e ci prova altre due volte con Icardi ma invano perché il tempo è scaduto e non c’è più tempo per provare la ribalta.

L’Inter non riesce più a vincere? Ieri avrebbe potuto e dovuto e (a tratti ci riusciva) ma un Manolas incredibile e un Alisson attentissimo hanno tenuto a galla una Roma che dalla partita di ieri rispetto ai padroni di casa è uscita indebolita se non per il risultato per la prestazione involutiva. Reagisce bene la squadra di Spalletti ma non riesce comunque a vincere e questo è il dato più preoccupante, la vittoria (Pordenone a parte) manca dal 3 dicembre, partita vinta 5-0 contro il Chievo che aveva gettato le basi per un ottimismo frenato a Torino e bruscamente arrestatosi dall’Udinese in poi, eppure per l’allenatore di Certaldo si apre uno spiraglio: Ritrova Miranda che, oltre ad essere rientrato dall’infortunio in forma, dà quella dose in più di certezza a Skriniar; ritrova i croati: Brozovic reattivo, oltre che fisicamente, mentalmente (ed è sempre un successo) e ricompare Perisic assenteista nell’ultimo mese; Cancelo coming out: tira fuori testolina e piedi; Vecino ritrova il gol, e l’Inter nel complesso risponde bene ad un match complicato non solo sul campo, c’è solo da risolvere un ultimo quesito: Dopo la reazione di ieri non si può più parlare di debolezze e cali fisici tantomeno mentali, ma allora la flessione nerazzurra alla quale abbiamo assistito a cosa è dovuta? Parola ad Ausilio.

Egle Patanè