Emanuele Giaccherini si racconta e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: tra ricordi e progetti per il futuro, ascoltiamo Giak

Giak si gira. Questo il tweet con cui il Chievo ha salutato al suo arrivo Emanuele Giaccherini, e lui è subito in ballo: intanto si racconta. Tra ricordi emozionanti e qualche stilettata a chi, probabilmente, non ha creduto abbastanza in lui.

Non è per fare polemica, soltanto per amore di verità: Giaccherini confessa di non essersi sentito valorizzato al Napoli. Del resto i numeri parlano chiaro: solo 344′ in un anno e mezzo, praticamente nulla. Emanuele sa cosa voglia dire sentirsi importante, lo ha provato alla Juventus e in Nazionale con Antonio Conte. Conte, che lo chiamava Giaccherinho e che dopo la sua prima gara allo Stadium gli scrisse: “Tu vali di più ma soprattutto io da te pretendo di più”. Un allenatore cui Giaccherini sente di dovere tanto, tutto.

Un po’ diverso il sentimento nei confronti di Maurizio Sarri: un mister bravissimo che lavora in maniera ineccepibile. Tuttavia a detta di Emanuele, “ha questo problema di rapportarsi con le riserve. Per lui esistono 14, 15 giocatori: purtroppo se vuoi essere sempre competitivo devi imparare a dare a tutti la stessa importanza”.

Un ricordo in particolare su tutti: l’ultima partita di Alessandro Del Piero, un’emozione incredibile, con tutti i giocatori in campo che interruppero il gioco per guardare i momenti d’addio del Capitano bianconero. Un primo incontro-scontro con Rolando Maran, che nel 2013 allenava il Catania, durante una partita in cui Giak segnò al 92′. E poi la Nazionale, soprattutto con l’ultimo, amaro Europeo e quei maledetti rigori: avrebbe dovuto tirare lui quello, sciupato, di Pellè.

Oggi però è tempo di pensare al presente. Di pensare al Chievo, che ha saputo di nuovo farlo sentire importante. “Credo e spero di chiudere la carriera qui. E’ un momento difficile, ma ci risolleveremo e ci salveremo”.

Parola di Giak.

Daniela Russo