Se nelle ultime stagioni FiorentinaRoma era stata una sfida all’insegna dei gol, la prima uscita che ha visto affrontarsi le due squadre ha riservato agli spettatori ben altro spettacolo. Un’unica rete, viziata da posizione irregolare di Kalinic, (partecipante attivo in quanto, al momento del tiro di Badelj che ha portato i viola in vantaggio, ha ostruito la visuale del pallone al portiere Szczesny) e tre punti guadagnati dalla formazione di Sousa a sette minuti dal novantesimo minuto. Dopo un match per lunghi tratti equilibrato, come sono usciti i team dal terreno dell’Artemio Franchi?

La squadra di casa è tornata negli spogliatoi certamente con un umore migliore dei giallorossi perché si sa, in gare così è l’episodio a fare da padrone, e domenica sera protagonista di questo episodio son stati proprio i viola. La Fiorentina che aveva stupito piacevolmente tutti nella passata annata ancora non si è vista ma durante la scorsa partita ha dimostrato di esserci, pronta a fare il suo esordio 2.0.Così, dopo quattro turni giocati, ed una partita da recuperare ( rinviata a causa delle condizione metereologiche) Gonzalo Rodriguez e i suoi balzano in classifica a sei punti.

A quota sette resta ferma la Roma che vede sfumare l’opportunità di agganciare il Napoli in vetta. I capitolini sfiorano il primo posto con un palo colpito da Nainggolan, ma è sui piedi di Dzeko la clamorosa palla gol che arriva in curva e non in porta. Colpa della difesa, del palo, o del bosniaco? Inutile cercare un capo espiatorio. E’ mancato cinismo sotto porta e quella determinazione nel concretizzare occasioni da gol che, se non si realizzano, restano appunto soltanto occasioni. Sta di fatto, però, che stando anche alle partite disputate dalle altre big, in molte situazioni è il centravanti a risolverle. Immancabilmente, torna a risuonare tra i tifosi la domanda tormentone della scorsa stagione: “può essere Dzeko il numero 9 della Roma?” Se infatti lo scorso anno poteva essere considerato di ambientamento per l’attaccante, adesso questa giustificazione sembra reggere poco. Vero è che nelle sfide precedenti è riuscito ad incidere positivamente, andando a segno e giocando di  sponda per i suoi ma,  un “bomber”,  porta sulle spalle un peso rilevante, quello di  venti gol che tutti si aspettano da lui. La Roma che era riuscita classificarsi terza, affermandosi miglior attacco, aveva raggiunto l’obiettivo anche e soprattutto con il cosiddetto tridente leggero. Probabilmente, il problema se così può esser chiamato, che affligge i giallorossi in questo momento può esser ricondotto alla “testa” più che a un fattore qualitativo. Il tecnico di Certaldo ha il compito di metter ordine all’interno della sua squadra e farla tornate quella ammirata ne primi cinque mesi dal suo ritorno. Il quesito da porsi per i giallorossi non deve essere “per colpa di chi”, ma piuttosto “da chi ripartire” per tornare a essere la Roma bella di Spalletti.

Chiara Vernini