La seconda giornata del girone di Europa League vede impegnato il Milan contro il Rijeka, la squadra croata guidata da Matjaz Kek. Sono attesi ben 5 mila tifosi croati a Milano, secondo quanto riportato dall’Ansa, per sostenere la propria squadra in questa fase.

Non saranno da meno i tifosi rossoneri pronti a sostenere il Diavolo, nonostante l’amaro in bocca di domenica contro la Samp. Un 2-0 che ancora brucia, che ha visto saltare la “testa” del preparatore atletico Marra e che di certo non fa dormire tranquillo nemmeno Montella, anche se il Mister, nella conferenza stampa tenutasi oggi a Milanello, ha dichiarato che nelle difficoltà dà il meglio di sé.

La partita di UEL deve essere portata a casa a punti pieni dal Milan cosi come successo con l’Austria Vienna. È necessaria una vittoria per ristabilire un clima di serenità in casa rossonera ma anche per i tifosi.

Un match, questo, che precede la gara importantissima contro la Roma, domenica in campionato, seguita poi, dopo la pausa Nazionali, dal derby con l’Inter. Partite e punti decisivi per il Milan che deve trovare la grinta e la tenacia totalmente dimenticata nel campo contro i blucerchiati.

Sulla carta appare nettamente favorito rispetto al Rijeka, una squadra definita da Montella “pratica” e “fisica”. Lo stesso Mister Kek riconosce la superiorità dei rossoneri definendoli i “favoriti” per questa gara.

Nella lista dei convocati gli assenti sono Biglia e Zapata. Torna Musacchio accanto a Bonucci e Romagnoli. A centrocampo troviamo Abate, Borini, Locatelli, Kessie e Calhanoglu. In attacco Cutrone e André Silva, che vedrà sugli spalti il suo agente Jorge Mendes.

Quella con il Rijeka sembra, quindi, una partita alla “portata” del Milan, speriamo di non rimanerne delusi. Montella nella conferenza stampa ha più volte utilizzato il termine “mentalità”: “lavorare su energie mentali”, “con la Samp abbiamo sbagliato mentalmente”, “vogliamo creare una mentalità vincente”.

Di certo il Milan deve adottare un atteggiamento diverso, una grinta, una caparbietà agonistica che ancora non si vede. Deve trovare una propria autenticità e i continui cambi di formazione non aiutano per nulla a trovare quella coesione e quella “mentalità” tanto decantata da Montella.

Elena Defilippis