Stagione altalenante per la Samp che insegue, comunque, il piazzamento europeo. Analizziamo la stagione blucerchiata con il direttore di SampNews24

 

Che stagione strana questa per la Sampdoria, una stagione paragonabile ad un giro sulle montagne russe con la squadra che ha toccato cime altissime per poi cadere veloce e ritornare in alto. Sei vittorie consecutive in casa e non solo con squadre medio basse, ma anche contro big come Juve e Milan per poi stra vincere nel sentito derby della Lanterna. E proprio alla Vigilia di una delle stracittadine italiane più calde, abbiamo fatto una chiacchierata con Mario Petillo, direttore di SampNews24.

 

Buongiorno Mario, i Sampdoriani quest’anno diciamo che non si stanno annoiando, hanno assistito a partite in cui la Samp ha mostrato volti diversi, secondo te però, qual è la vera Sampdoria?
Io credo che la vera Samp non sia né quella che ha vinto brillantemente contro il Milan o la Juve all’andata ma neppure quella che è uscita sconfitta pesantemente da Crotone o quella su cui l’Inter ha camminato. La vera Samp è, a mio parere quella che ha lottato e giocato bene seppur perdendo contro il Napoli al San Paolo, una formazione in grado di impensierire chiunque disponendo di determinate risorse. I blucerchiati spumeggianti di inizio stagione hanno veramente dato più del loro massimo, ottenendo risultati davvero al di sopra di ogni aspettativa. Con l’andare avanti della stagione però a livello mentale si è evidenziato un diverso approccio alle partite, in alcune si è dato davvero tantissimo mentre in altre completamente l’opposto. Poi, ovviamente, sono venuti a galla alcuni problemi.

Che problemi seconde te?
Ovviamente la rosa è troppo corta, non tutti i giocatori hanno gli adeguati rincalzi, contro l’Atalanta, anche se il risultato è stato positivo, ha giocato Capezzi che quest’anno ha visto il campo solo contro il Pescara in Coppa Italia e qualche minuto contro il Milan. Certo, magari è un giocatore che potrà dare tanto in futuro ma ancora da rodare. Poi sempre a Bergamo alcuni hanno giocato comunque fuori ruolo proprio per la mancanza di validi rincalzi. Certo, a questa Samp, è mancato un mercato di riparazione adeguato alla piega che la stagione stava prendendo. Ovviamente, iniziando la fase calante alcuni problemi fra tecnico e società, sopiti per le vittorie, sono riemersi tipo la contrarietà di Giampaolo nei confronti del mercato in uscita di inizio stagione.

Parlando quindi di mercato tu cosa consiglieresti per la prossima stagione ai tre che hai citato?
Il centrocampo è sicuramente da rinforzare per sostituire Torreira qualora dovesse lasciare Genova a meno che non ci si voglia affidare totalmente a Capezzi e a Verre. Tutto ovviamente sarà deciso in base al raggiungimento dell’Europa che, per me, non è così impossibile come obiettivo. Poi serve una mezzala vera per permettere a Barreto di esprimersi al meglio nel suo ruolo, occorre un gregario. La difesa necessita di un terzino sinistro, sono deluso dal rendimento di Murro perché per me era un buon giocatore solo che quest’anno è davvero sotto tono. Anche l’attacco sarà da rivedere; auguro con tutto il cuore a Quagliarella di rendere al meglio fino a quarant’anni ma restando sulla terra un buon giovane non sarebbe male.

Riguardo al tecnico di Bellinzona, tanti sono i suoi meriti quest’anno però, in alcuni casi, è stato accusato di “talebanismo” nei confronti del suo modulo, tu cosa ne pensi?
Penso che questo sia il limite di tanti allenatori italiani, non solo di Giampaolo, lui non si schioda dal suo 4-3-1-2 nemmeno in corsa in base agli eventi della gara e questo in alcuni casi può essere un limite se non si hanno rincalzi in grado di interpretare al meglio questo modulo. Per il gioco a rombo è fondamentale avere giocatori tutti tecnica e corsa e quindi spesso, nelle giornate, no può essere un trappola il rombo.

Parliamo della società che ha a capo un personaggio fuori dagli schemi come Massimo Ferrero neofita del mondo del calcio. Tu come ritieni si stia comportando?
Come penso per la maggior parte dei sampdoriani, l’impatto con il nuovo presidente dopo l’era Garrone è stato molto forte, si è passati da gente di poche parole, elegante e legata alla città ad una persona senza peli sulla lingua, molto pittoresca e genuina. Con la mia esperienza al di fuori del calcio però, posso dire che conoscevo l’ottima fama dell’imprenditore cinematografico Ferrero ed ero quindi curioso di vederlo all’azione nel mondo del calcio. Ad oggi gli rendo atto di quanto la società sia gestita molto bene, i conti sono in ordine e, riconoscendo la sua inesperienza, ha saputo circondarsi di persone fidate e soprattutto competenti, vedi Romei, Osti e Pradè che hanno condotto ottime operazioni di mercato.

Concludendo non possiamo non parlare del match clou della città di Genova di sabato sera, il derby coi “cugini” genoani. Non ti chiedo un pronostico ma solo che partita ti aspetti.
Mi aspetto una gara ovviamente, purtroppo per noi, diversa da quella dell’andata in cui anche il pronostico era scontato. Questa volta le squadre stanno vivendo momenti molto diversi dalla partita di andata; noi blucerchiati non siamo più quel dream team che affascinava tutti nel gioco anche se, comunque, stazioniamo in una posizione alta in classifica e riusciamo ancora a vincere. Il Genoa è notevolmente rigenerato dalla cura Ballardini, ha ritrovato gioco, idee e interpreti. Secondo me sarà una partita dura con poco spazio per lo spettacolo. Ovviamente spero che ad esultare sia la Sud.

Claudia Carrega