Come ogni anno, anche quest’anno  ahinoi è arrivato il momento di salutare la Serie A e giunti oramai al termine della stagione è tempo di pagelle e scrutini. Se il 25 aprile il gol di Nainggolan ha decretato il campione d’Italia, sigillando il quinto scudetto consecutivo per la Vecchia Signora e chiudendo con tre turni d’anticipo la lotta scudetto, ai piani inferiori la lotta “Dentro o fuori” per la corsa alle qualificazioni in Europa si è protratta fino all’ultima giornata lasciando tutti col fiato sospeso fino al 90’, o quasi.

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Juventus e Napoli rispettivamente con 91 e 82 punti hanno accesso diretto all’Europa (quella che conta) e, a dadi tratti, hanno numeri e giocate che sfiorano l’eccellenza. Promosse a pieni voti!
La Roma di Spalletti pur avendo collezionato 80 punti, due soli in meno rispetto agli azzurri di Sarri sul podio d’argento, hanno accumulato lacune (per restare in termini scolastici) che hanno determinato il debito di fine anno con conseguente rinvio di giudizio ad agosto. Pur intravedendo i tetti dell’Europa che conta, i giallorossi devono ancora passare per le qualificazioni rimandando, quindi, ad agosto i giudizi complessivi e la possibilità di gioire in caso di accesso alla massima competizione europea. Non è bastato alla squadra di Trigoria studiare duro tutto il secondo quadrimestre e recuperare; dopo una prima parte di stagione di gran lunga al di sotto delle aspettative e delle potenzialità, una cospicua disseminazione di punti, speranze e allenatore, la media (matematica complice) vuole che l’eccellenza per quest’anno è scemata. Ciò non toglie le possibilità, saldando il debito e qualificandosi in Champions, di recuperare in maniera tanto esemplare da far schizzare la media passando dall’8 ad un bel 9 pieno. Tutto merito del nuovo insegnante? No, direbbe il consiglio d’Istituto. Merito dell’insegnante che ha saputo tirar fuori al meglio le potenzialità dei suoi allievi e di aver tirato fuori il potenziale di tutti e in particolar modo il potenziale “assopito” del capo classe Francesco Totti.
I migliori? In ordine gerarchico: Insegnante, capo classe, nuovi alunni, resto della classe. Tecnico miracoloso; capitano risvegliatosi, fino ad allora bello addormentato di Trigoria; nuovi acquisti, El Shaarawy su tutti; squadra in generale che, con olio di gomiti e di polpacci, ha ingranato la marcia recuperando tutto ciò che nell’ultimo periodo Garcia era andato perduto.
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Peggiore la situazione ad Appiano Gentile. La squadra di Mancini è stata tra le più deludenti della scuola: un primo quadrimestre da 9 raggiunto tramite performance non brillanti ma piene di risultati, rovinato da un secondo quadrimestre costellato di impreparati e disattenzioni che hanno dato origine a cali di rendimento, oltre che nelle performance, anche a livello di preparazione. Prima parte di stagione in cui i tonfi veri e propri possono dirsi due, tre sole sconfitte e un finale di “primo tempo” degno di un 8,5 pieno che lasciava auspicare in un 9 finale. Cullatasi sugli allori, la squadra di Mancini sperava di campare di rendita e, facendosi forte dei rendimenti non brillanti fino ad allora dei compagni, aveva sottovalutato fin troppo gli avversari o, forse, aveva semplicemente sopravvalutato se stessa. I segnali di crollo di attenzione erano già arrivati a fine dicembre, quando, a scrutini chiusi e giudizi già fatti, aveva tralasciato il flop della verifica in casa contro i neroverdi di professor Di Francesco. Da lì il baratro.

Fc Inter's forward Stevan Jovetic (center) celebrates with his teammates after scoring the lead of 2 to 1 during the Italian serie A soccer match between Fc Inter and Udinese at Giuseppe Meazza stadium in Milan, 23 April 2016. ANSA / MATTEO BAZZI

Una sola vittoria in trasferta, 4 pareggi di cui uno in casa e 7 sconfitte di cui una casalinga contro i granata. 25 i punti collezionati nel girone di ritorno a fronte dei 48 del girone d’andata, quasi la metà. I nerazzurri si sono accontentati, per forza di cose, del quarto posto; distanti 13 punti dall’obiettivo stagionale, ovvero il terzo posto e la qualificazione in Champions League, si accontentano di varcare soltanto il primo gradino dell’Europa qualificandosi per primi in Europa League. Voto finale: ancora una volta complice la tirannia della matematica, la valutazione non può essere più generosa di una sufficienza stentata se si tiene conto della flessione di rendimento; impossibile spingersi oltre il 6. Non disperare caro Mancio, ritenta, sarai più fortunato o meglio, ritenta con maggior continuità e sarai premiato.
 theguardian.com sousa
Se a Milano piovono delusioni, Firenze non è da meno; stesso copione della compagna appena citata. La Fiorentina di Paulo Sousa, infatti, dopo una prima parte di stagione spettacolare e coinvolgente, da prima/seconda della classe precipita nel tunnel della discontinuità e del dispendio di concentrazione e attenzione dando origine ad un girone di ritorno sterile di entusiasmo e voglia di fare. Non ancora del tutto matura per correre tra i grandi, la formazione di Sousa non è riuscita a mantenere gli alti ritmi ai quali ci aveva abituato a inizio stagione e lasciandosi sopraffare dalla crescente pressione dovuta alla competizione sempre più incalzante si è abbandonata a se stessa non ritrovando la lucidità che sarebbe servita per il salto di qualità. Ciononostante il 5,5 arrotondato a 6 permette ai viola un accesso diretto in Europa League nella speranza che possa essere un percorso di crescita in vista del nuovo anno che comincerà.

L'allenatore del Sassuolo Eusebio Di Francesco durante il match di serie A Udinese-Sassuolo, 24 maggio 2015 allo stadio Friuli di Udine. ANSA/ ALBERTO LANCIA

La rivelazione della stagione soggiunge dall’Emilia Romagna, la terra di cappelletti e motori. Con un insegnante al quale andrebbe forse attribuito il premio di migliore della categoria, il Sassuolo merita un bel 10 per l’impegno, la tenacia e la caparbietà con le quali da “Piccoletto della classe” ha raggiunto lodevoli risultati, oltre che di rendimento, anche di crescita e maturazione. Stupendo un po’ tutti, per la prima volta nella storia, i neroverdi si piazzano a un bel 6° posto e possono finalmente veder da vicino le auree porte d’Europa. Muniti di umiltà, cuore e voglia di fare gli uomini di Eusebio Di Francesco hanno sparso timore per tutta la Serie A e di petto si son presi belle soddisfazioni anche contro le prime della classe, contando vittorie importanti su Juventus, Napoli, Inter e Milan e pareggi contro Roma e Fiorentina. Peccatori di distrazioni e tonfi banali contro le più piccole sono stati puniti con un rinvio a giudizio, dovendo attendere le qualificazioni e rimandando i festeggiamenti per essersi aggiudicati un posto fra i grandi. Voto finale: 8+ che potrebbe, qualificazione in Europa e Milan permettendo, diventare 9 se non 10.

VARESE 12/07/2009 - PARTITA AMICHEVOLE VARESE - MILAN - NELLA FOTO SILVIO BERLUSCONI, ADRIANO GALLIANI. FOTO TACCA/INFOPHOTO

Se di delusioni parliamo, non può non essere citato il Milan di Miha… no! Di Brocchi. Non è bastato il tentativo disperato, quasi colpo di testa Berlusconiano, di rivoluzionare la panchina a sei partite dalla fine; il Milan non recupera affatto le lacune accumulate durante l’anno e il tentativo di recuperare quanto più possibile cosicché da rischiare al massimo un “Rinvio di giudizio” fallisce miseramente e la cocca di papà Berlusconi perde l’anno: bocciata e aggiudicatasi un posto tra i peggiori della classe. Ciononostante i rossoneri sperano ancora nel miracolo e rimasta l’ultimissima verifica dell’anno, in extremis, cercherà di dare il meglio di sé fra dodici giorni in finale di Coppa Italia contro la prima della classe. Scontro duro ma necessario se vuole salvare il salvabile, cercando, di recuperare l’ultima materia prima di ratificare la bocciatura. Ergo rinvio di giudizio anche in questo caso? Probabilmente. A ogni modo però, la valutazione è più che negativa.
 Egle Patané