Gianluigi Donnarumma è stato il protagonista di questi giorni, in cui la Serie A si è fermata per dar spazio alle partite della Nazionale. Tanto amato quanto odiato.

Anche se ormai il campionato italiano non lo riguarda più, di certo tra gli Azzurri è una presenza immancabile.

In occasione dell’incontro di Uefa Nations League contro la Spagna, non si è parlato d’altro che dei fischi e della pessima accoglienza che il tifo italiano ha riservato a San Siro all’ex portiere del Milan.

Il passaggio al Paris Saint-Germain rappresenta evidentemente un boccone amaro che in molti non sono riusciti a digerire.

Situazione diversa, invece, quella allo Stadium di Torino, dove Donnarumma è stato elogiato da numerosi applausi, con i quali si è potuto consolare per il precedente sgradevole episodio.

Una partita quella contro il Belgio che ha avuto uno svolgimento e un esito positivi rispetto alla semifinale a San Siro.

L’Italia è riuscita a conquistare il terzo posto.

Donnarumma, intanto,  ha ricevuto un bel regalo da parte del tecnico Roberto Mancini, che gli ha affidato la fascia da Capitano, date le assenze dei più “anziani”.

Donnarumma
Fonte immagine pagina Twitter Donnarumma

Un gesto che ha portato Gigio a conseguire un record: diventa il più giovane capitano della Nazionale italiana degli ultimi cinquantasei anni, a soli 22 anni, 7 mesi e 15 giorni.

 

 

Prima di lui, nel 1965 Gianni Rivera indossò la fascia a 21 anni e 8 mesi e Bruno Nicolè, (capitano per una sola partita a 21 anni e 61 giorni nell’aprile 1961).

Dopo esser stato eletto Miglior Giocatore del Torneo di Euro2020, Donnarumma porta a casa un’altra soddisfazione personale.

Soddisfazione che non è solo sua, ma è di tutti coloro che amano la Nazionale.

È un portiere giovane che ha saputo dimostrare di saper fare la differenza anche in grandi competizioni, ed è questo che serve all’Italia.

Al di là delle varie antipatie, ci sono momenti e contesti che bisognerebbe  tenere distinti. Quando  la Nazionale  scende in campo sarebbe opportuno mettere da parte i rancori personali e lasciarli ad altri incontri.

Questo servirebbe quanto meno a  evitare lo scoraggiamento e di conseguenza l’insuccesso dell’intera squadra azzurra.

Soprattutto, bisognerebbe essere onesti con sé stessi: in fin dei conti, lo scorso 11 luglio abbiamo esultato e festeggiato tutti e se abbiamo potuto farlo è stato anche grazie a lui e al suo talento, che tutti, indifferentemente, abbiamo ammirato.

Romina Sorbelli