Il 14 ottobre 1993 moriva Paolo Mantovani dopo aver lottato con un cancro ai polmoni. Tutta la città di Genova ancora lo piange come se fosse ieri.

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Romano di nascita e genovese d’adozione, Paolo Mantovani è ricordato con affetto dai tifosi blucerchiati per aver reso grande la Sampdoria negli anni ’80-90.

Il calcio arrivò all’improvviso nella vita di Mantovani, che nel frattempo tentava l’escalation sociale ed economica nel mondo dell’imprenditoria.

Pioniere dell’industria petrolifera, si vide spesso coinvolto in enormi casi giudiziari insieme alla propria ditta ma nessuna accusa smosse l’amore e la riconoscenza dei doriani verso di lui.

Fa sorridere il fatto che da bambino, appena trasferitosi in Liguria, Mantovani cominciò a tifare Genoa. Poi l’allora presidente Berrino si rimangiò le promesse fatte ai tifosi, diede via il campione Meroni e il giovane Mantovani si sentì profondamente tradito. Da quel momento non seguì più le vicende sportive dei Grifoni.

Non sarebbe stata la prima volta che il mondo del pallone tradiva la sua fiducia.

Iniziò a lavorare come addetto stampa per la Sampdoria, quasi per sfregio, ma i meccanismi subdoli del giornalismo sportivo e della dirigenza gli fecero storcere il naso.

Per un po’ Mantovani disse basta con il calcio e si dedicò interamente al suo lavoro di imprenditore.

L’acquisto della Sampdoria nel 1979 fu probabilmente un’iniziale scommessa, come quelle che amano fare gli uomini d’affari del suo calibro.