Croazia e Danimarca si incontrano per la sesta volta nella loro storia, due vittorie per parte e un pareggio sono la cornice d’apertura a quella che decreterà la terza vittoria di una delle due nella storia dell’incontro. L’ultima volta che le due compagini si sono scontrate in occasione di una competizione ambita risale alle qualificazioni ad Euro ’96, match vinto dai croati.

I CROATI: hanno vinto tutte tre le partite della fase a gironi di Russia 2018, presentandosi da testa di serie con 9 punti, 7 gol segnati e soltanto 1 gol subito, incassato su calcio di rigore. 5 gol negli ultimi 6 tiri in porta per la Croazia. 

I DANESI: arrivano da secondi classificati con 1 vittoria ottenuta contro il Perù, 2 pareggi e 5 punti in classifica, due in meno alla capolista Francia. Soli 2 i gol messi a segno dagli uomini di Age Hareide ma ancora meno quelli presi, una sola rete subita.

Sia Croazia che Danimarca hanno una sola rete al passivo, al pari di Brasile, Francia, peggio soltanto dell’Uruguay che finora non ha mai subito gol.

L’uno contro uno del 4-2-3-1

La Croazia è scesa in campo con il 4-2-3-1 nel primo match giocato contro la Nigeria, ma Dalic ha variato costantemente modulo, adattandosi all’avversario, parecchio quotato il 4-2-3-1 anche per questa sera con qualche probabile variazione rispetto all’esordio. Resta da sciogliere il nodo  in mediana, nel 4-2-3-1 difficilmente schiererà Modric davanti la difesa come contro gli africani.

Hareide, al contrario di Dalic, non ha mai variato modulo, restando sempre fedele al suo 4-2-3-1 che lo ha portato all’accesso agli ottavi dopo un lungo digiuno. In Sudrafrica nel 2010 non andarono oltre i gironi, mentre disertarono lo scorso Mondiale in Brasile. Hereide può contare sul suo reparto arretrato, non a caso i suoi uomini finora non hanno mai subito sconfitta, tantomeno reti.
Meno incisivo il reparto offensivo con Cornelius che potrebbe partire da titolare, malgrado sia più probabile trovare Jorgensen in quella posizione.

Un attacco imprevedibile con Modric l’incognita

Ciò che rende imprevedibile la Croazia è proprio il suo capitano Lucas Modric, il centrocampista blancos, finora è stato impiegato in tre posizioni diverse. Perno della squadra, è la vera incognita del match e la posizione dalla quale partirà il trentatreenne resta sempre un’interrogativo.
Grazie alla sua versatilità riesce a ricoprire diversi ruoli e visto l’estro del tecnico nulla è scontato.

Modric

Al contrario, non dovrebbe esserci nessun dubbio per Mandzukic come prima punta e molto probabilmente sarà proprio il capitano ad assisterlo alle sue spalle.
Per quanto riguarda il resto del reparto offensivo, qualunque sia il modulo, l’esterno offensivo sinistro non sarà nessun altro che Perisic che, tranne contro l’Argentina, è solito partire da sinistra malgrado contende la fascia con Rebic che probabilmente verrà impiegato a destra. Non è da escludere Pjaca al posto del neo fiorentino. Plausibile Rakitic affiancato da Marcelo Brozovic che ha trovato il suo spazio in questo Mondiale partendo da titolare nel match più importante, contro l’Argentina. Il centrocampista nerazzurro ha saltato la partita contro l’Islanda poiché squalificato e, match in cui, Dalic ha variato parecchio.

La difesa danese: ancora Italia

La difesa è il punto di forza della squadra danese, un solo gol subito e da calcio da fermo, nella fattispecie rigore.
Difesa schierata a quattro. Larsen a sinistra, nome a noi noto in quanto giocaotre dell’Udinese dalla scorsa stagione di mercato e con cui ha disputato 32 partite e segnato 1 gol contro la Roma. Sempre titolare, il terzino ha totalizzato 2.709 minuti in campo nostrano, domani ricoprirà la posizione opposta di Dalsgaard, terzino destro del Brentford, squadra inglese di secondo livello. Al centro Christensen e Kjaer, il primo, difensore centrale del Chelsea, con cui nella scorsa stagione ha collezionato 40 presenze e 3.096 minuti, il secondo noto alle nostre cronache, un passato in rosanero con il Palermo e in giallorosso nella Capitale e lo scorso anno era stato accostato al Milan, piaceva parecchio a Montella che poi lo ha ritrovato nella breve avventura spagnola.

Egle Patanè