Lui è Benjamin Pavard, maglia blu, numero 2. Terzino destro dello Stoccarda, prima convocazione in Nazionale maggiore lo scorso novembre, alla sua nona presenza con la casacca transalpina. Un prefetto – quasi – sconosciuto che ieri si è presentato al mondo, in una calda giornata estiva in Russia, segnando una rete dalla bellezza mozzafiato: un gesto tecnico degno di un fuoriclasse di razza, e quell’espressione stupita e commossa di chi non sa bene cosa abbia fatto e, soprattutto,  come manifestare la sua gioia.

“Non sapevo come esultare”, confessa, nel turbine delle emozioni di una partita staordinaria per lui e per la sua Francia.  Lui, antidivo in questa Nazionale piena zeppa di talenti con gli occhi di tutti puntati addosso e con davanti a sé avversari del calibro di Leo Messi, è arrivato dalle retrovie scaricando il suo destro di controbalzo direttamente in rete, prendendosi la scena con forza e proclamandosi Eroe per un giorno.

Come Lilian Thuram, esattamente venti anni fa, esattamente nello stesso suo ruolo.

Ventidue anni, viso da ragazzino e una testa piena di riccioli ma senza ribellione: un giovane tranquillo, proveniente dal Lille e approdato nella seconda categoria in Bundesliga con lo Stoccarda dove con pazienza – e con le sue doti, prima tra tutta l’affidabilità – si conquista il posto da titolare inamovibile. Solo una manciata di amichevoli con il gruppo di Deschamps: niente che gli potesse far pensare al Mondiale. Ma Didier, che parla poco ma che ha l’occhio lungo, vede subito la classe di questo terzino, e non se lo lascia sfuggire: lo convoca con un messaggio di testo, che lui però non legge perchè si trova a un corso di tedesco e ha il cellulare spento. All’ uscita dalla lezione, il delirio. Tutti che lo chiamano, lo cercano: Benji Pavard, vai in Russia.

E lì, complice l’infortunio del suo connazionale Sidibé, si prende il posto, si carica la difesa – perchè lui agisce sulla fascia, ma funziona anche da centrale – fino a arrivare con le sue lunghissime gambe all’area di rigore albiceleste, coordinandosi e imbucando la porta.

La palla nel sette sotto gli occhi increduli di Antoine Griezmann, la corsa verso la panchina, l’abbraccio corale. Anche le lacrime, ammetterà dopo. Benjamin Pavard da oggi è uscito dalle retrovie: siamo sicuri che sentiremo parlare ancora, e a lungo, di lui.

Daniela Russo

(immagini Getty)