I precedenti

I match degli ottavi di finale finora andati in scena a Russia 2018 hanno regalato emozioni e risultati non scontati: Svezia-Svizzera non sarà da meno. Difatti, quanto successo nei 27 precedenti disputati fra le due nazionali fa ben intuire l’equilibrio che regna quando le formazioni si incontrano: dieci successi per uno e sette pareggi.
Le ultime tre partite andate in scena hanno confermato quanto detto, anche se, ad esserne uscita tra le linee più forte è stata la formazione scandinava che ha collezionato una vittoria e due pareggi, realizzando tre gol e subendone nel complesso soltanto uno. Per rivivere l’ultimo incontro bisogna tornare indietro di 16 anni fa.

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Punti di forza e deboli delle due nazionali

La Svezia ha vinto il proprio Gruppo F, una sorpresa inattesa che tra i vari fattori può essere ricondotta ad uno in particolare: la capacità di concretizzare i calci piazzati. Questa abilità è stata ben sfruttata dagli svedesi che oltre a sfruttare la propria altezza, hanno ben finalizzato i penalty quando gli sono stati concessi.

Il punto debole di questa nazionale, invece,  si può ricollegare alla poca tecnica a centrocampo, reparto cardine per lo sviluppo del gioco.

La Svizzera, arrivata seconda dietro il Brasile nel Gruppo E, ha una grande qualità: l’esperienza di alcuni dei suoi elementi abituati a giocare in grandi squadre anche a livello internazionale.

Un problema, però, non è tanto l’età media poco giovane dei 23 convocati, quanto la mancanza di un vero e proprio giocatore di  riferimento specializzato nell’ andare in gol.

Un punto di forza accomuna entrambe le nazionali: i propri allenatori, capaci di adattare all’organico che hanno a disposizione le giuste trame di gioco.

(ANSA/AP Photo/Antonio Calanni) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

Il muro difensivo svedese e il centrocampo offensivo svizzero

Il reparto svedese che sta facendo la differenza per il proseguo del team nella Coppa del Mondo di Russia è quello difensivo: in tre partite giocate soltanto due gol presi contro la Germania (di cui uno è un rigore realizzato e il primo un calcio di punizione). Non soltanto per raffigurare un muro solido da porre davanti al proprio portiere Olsen, ma anche per il contributo apportato dai difensori nella fase realizzativa: basti pensare al capitano Granqvist in grado di concretizzare due penalty in questa edizione del mondiale.

Il Resto del Carlino

Per la Svizzera il reparto distintosi nella fase a gironi è il centrocampo. Dei cinque gol realizzati, tre portano il nome di centrocampisti: Zuber ha regalato il pareggio con il Brasile durante il primo match del Gruppo E, Xhaka ha riaperto la partita contro la Serbia che ha significato successivamente il passaggio del turno e Dzemaili durante l’ultimo incontro ha aperto le marcature elvetiche. Un centrocampo che trascina sulle proprie spalle anche l’attacco.

I quarti di finale attendono la Svezia o la Svizzera: l’equilibrio fra le due è destinato a spezzarsi.

 

Chiara Vernini