Russia 2018, ottavi di finale: Spagna-Russia, esperienza contro entusiasmo

I padroni di casa della Russia, arrivati secondi nel Gruppo A, incontrano agli ottavi di finale la squadra vincitrice del Gruppo B: la Spagna

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La Russia padrone di casa è sicuramente una delle sorprese di questo Mondiale 2018. La nazionale di Cercesov si è qualificata seconda nel Gruppo A, dopo aver perso la prima partita del girone solo contro l’Uruguay. Proprio la sconfitta contro i sudamericani, con i quali si contendevano il primato, ha condannato i russi agli ottavi contro la Spagna, vincitrice del Gruppo B avanti al Portogallo.

I precedenti sono sempre a favore della Spagna

I precedenti più recenti tra Spagna e Russia sono da ricondursi non a Mondiali, bensì ad Europei. Le Furie Rosse e gli Orsi, infatti, si sono già sfidati negli Europei del 2004, quando erano inseriti nello stesso girone. Vinse la Spagna 1-0.

4 anni dopo, ad Euro2008, le due nazionali condividono ancora una volta lo stesso girone e ancora una volta vince la Spagna, 4-1. Ma le loro strade in Austria e Svizzera sono destinate ad incontrarsi ancora. La semifinale quell’anno infatti è proprio tra Russia e Spagna. Nemmeno questa volta, però, gli Orsi riescono a portare a casa il risultato perdendo nettamente 3-0 contro la formazione allora guidata da Luis Aragones, che poi vincerà il titolo europeo in finale contro la Germania.

Spagna-Russia: i punti di forza delle due squadre

Specialmente contro la Russia, il principale punto di forza della Spagna è l’esperienza.
Le Furie Rosse hanno una storia europea e mondiale alle spalle che a confronto di quella dei padroni di casa è ricca e da veterana del calcio mondiale.
I giocatori spagnoli, inoltre, sono i grandi protagonisti del calcio europeo e tra i migliori in circolazione. 7/11 della formazione tipo, ad esempio, è composta da giocatori del Real Madrid e del Barcellona, squadre vincitrici delle ultime 5 Champions League. Insomma, sono tutti giocatori già affermati, già campioni, che non devono mettersi in mostra o convincere qualcuno della loro forza. Sono abituati a calcare campi importanti e a giocare partite delicate e decisive.

Aldilà delle caratteristiche tecniche della squadra, uno dei maggiori punti di forza della Russia è l’entusiasmo.
L’entusiasmo di essere la squadra ospitante di questa coppa del mondo e, soprattutto, l’entusiasmo di una delle più belle rivelazioni.
Alla vigilia, si diceva che la Russia rischiava di essere una delle più brutte e deboli squadre che abbiano mai ospitato un Mondiale. Gli Orsi sono riusciti a far ricredere tutti e ora viaggiano, anzi volano, sulle ali dell’entusiasmo. Volano, sì, perché una delle caratteristiche che più ha impressionato finora della squadra di Cercesov è la velocità. La Russia infatti corre più di tutti, corre come non mai per continuare a far sognare i suoi tifosi. Corre verso la finale di Mosca. Stando infatti ai dati delle prime due partite, la Nazionale russa è quella che ha percorso più km complessivi: 118 e 115 km contro Egitto e Arabia Saudita. Impressionante.

 

Spagna-Russia: i punti di debolezza delle due squadre

Come ogni squadra, anche la Spagna ha i suoi punti deboli. In queste prime tre partite del Mondiale, la difesa spagnola non ha certamente eccelso. 5 gol subiti in 3 gare non sono proprio pochi, considerando soprattutto che il reparto difensivo è guidato da gente come Sergio Ramos e Piquè, tra i più forti al mondo nel loro ruolo.
Oltre la difesa, quello che è saltato più all’occhio in queste prime gare, è un certo sbilanciamento tra la fascia destra e la fascia sinistra del campo. Isco è il cardine della squadra, da lui passano tutti i palloni e lui è quello che inventa per Diego Costa. La sua importanza, però, tende a sbilanciare la squadra verso sinistra, lasciando la fascia destra più scoperta e minacciata. Contro l’Iran, ad esempio, Hierro ha provato a rimediare a questo buco inserendo Asensio, sicuramente quello in rosa meglio predisposto a “guidare” la fascia destra.

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La Russia in queste prime tre partite a segnato tanto e subito poco: 8 gol i segnati e 4 quelli subiti (di cui 3 solo dall’Uruguay). Numeri da grande squadra e non da probabile rivelazione. Inoltre, da quando non esiste più l’Unione Sovietica la nazionale russa ha partecipato solo a tre mondiali non riuscendo mai a passare la fase a gironi. La qualificazione agli ottavi per la prima volta come nazionale russa è già di per sé un traguardo incredibile per il ct Cercesov e i suoi uomini. E questo ci porta al punto di debolezza degli Orsi. La troppa euforia. Gli incredibili risultati ottenuti, il fatto di giocare davanti alla propria gente, i record raggiunti e l’exploit di giocatori come Golovin, Dzyuba e Cheryschev, potrebbe portare la Russia ad un entusiasmo troppo invadente che, in partite in cui si gioca tutto in 90 minuti e la concentrazione è tutto, potrebbe avere solo risvolti negativi. Soprattutto perché contro la Spagna il divario tecnico sarà troppo ampio.

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Spagna, il reparto migliore: l’attacco

La vera sorpresa di questa Spagna è stata Diego Costa.
L’attaccante dell’Atletico Madrid rappresenta un elemento di continuità tra la squadra di Lopeteguei e quella di Hierro: entrambi hanno voluto puntare sul 29enne e consegnare a lui le chiavi dell’attacco. E finora Diego Costa è stata una scommessa vinta. 3 reti fondamentali per lui finora: la doppietta contro il Portogallo e il gol vittoria contro l’Iran.
Il classe ’88 non è un attaccante di grande tecnica, ma in mezzo ad una squadra che invece tecnica lo è tanto, la sua fisicità, i suoi movimenti a verticalizzate e la sua caparbia possono risultare decisivi. E così è stato, almeno finora.

Russia, il reparto migliore: il centrocampo

5 degli 8 gol segnati finora dalla Russia sono arrivati dal centrocampo: 3 di Cheryshev, 1 di Golovin e 1 di Gazinskiy.
Golovin, in particolare, centrocampista classe ’96 del CSKA Mosca, è il giovane più promettente di tutta la rosa: secondo il suo allenatore del CSKA, assomiglia a Pogba, mentre Arsene Wenger lo considera il miglior giocatore russo. Per questo, infatti, che i grandi club di mezza Europa hanno messo gli occhi su di lui, in particolare Juventus e Manchester United.
In generale, tutto il reparto ha sempre fatto bene in queste prime 3 gare, tanto da contribuire in modo decisivo alla qualificazione agli ottavi e da far parlare di sé in tutto il mondo.
Cheryshev, l’unico della rosa (oltre al terzo portiere) a giocare in un campionato non russo (gioca nel Villareal, in Liga) dà sicuramente quel tocco più europeo al centrocampo che permette alla squadra di poter essere pericolosa in fase offensiva. Non per niente, è lui il capocannoniere di questa Russia.

 

Paola Moro