Caro Maurizio, chissà se prima di chiudere il sipario hai saputo dell’ennesima rimonta della Roma in Europa League contro il Salisburgo! E chissà se appresa la notizia magari hai sorriso, consapevole che essere romanisti significa questo: non sapere mai come andrà a finire, e godere poi di momenti indimenticabili.

Caro Maurizio, nel sapere che eri stato nominato responsabile di strategie della comunicazione della Roma nel giugno 2021, non può che avermi fatto piacere. Soprattutto perché ciò che volevi fortemente era che le persone tornassero a vivere la squadra e l’ambiente 360°. Tu stesso poi avresti voluto toccare con mano la storia e la tradizione che caratterizza il club capitolino.

Non è andata come avevi sperato, ma il tuo bagaglio umano e professionale ti ha sempre portato a guardare avanti con ottimismo, chiudendo una parentesi che mai ha fatto vacillare il tuo amore per i colori giallorossi.

Ciò che ammiro enormemente di te e non credo affatto di essere l’unica, è la forza, la passione,  la tenacia e il rispetto che ti ha sempre contraddistinto nel portare avanti il tuo lavoro.                                                                                                                      Non dovrei stupirmi lo so, e qualcuno potrebbe anche ricordarmi che: “Erano altri tempi”! Questo è vero ma conoscere la storia di chi ci ha preceduto, può essere di grande aiuto a chi ora vive in un mondo evanescente in cui tutto sembra lasciato al caso.

Mi è stato sempre detto che per fare qualsiasi lavoro, il motore principale dev’essere la curiosità, e sono convinta che ci siano mestieri come quello del giornalista, in cui questo aspetto  sia di gran lunga importante.

La notizia quella vera, il rispetto per ciò che si dice e nei confronti di chi si ha di fronte, necessità di scovare qualcosa di nuovo, questo vorrei rimanesse sempre nella mia mente quando penso al giornalismo.

Oggi ci viene dato o ci arroghiamo il diritto di poter far tutto e sarò forse antica nel sostenere che ognuno invece dovrebbe fare ciò che gli compete.                                  Così come tu hai svolto egregiamente il tuo mestiere di giornalista, conduttore televisivo, scrittore, sceneggiatore, paroliere e conduttore radiofonico.

Il giornalista è e dovrebbe essere un ponte tra noi e il mondo circostante. Ha il potere di raccontare la verità e battersi per essa, per questo è davvero una fortuna poter esercitare al meglio una professione simile.

Non sto qui a ricordare cosa hai rappresentato per la televisione italiana, ne quanti personaggi del mondo dello spettacolo hai intervistato, anche perché leggo in giro che di fronte a tutto questo, sei rimasto sempre umile e pacato, allo stesso modo in cui sei entrato nelle nostre case.

Fine umorista e uomo di cultura, hai portato il Maurizio Costanzo Show ad essere il programma più longevo in Italia. Le parole non sono mai abbastanza quando hanno il compito di descrivere chi nel corso della sua vita ha scelto proprio la parola per mostrarsi.

E parlando di parole appunto, mi piacerebbe chiudere con quelle pronunciate da Don Walter Insero rettore della Basilica Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo: “Si è chiuso il sipario, ma è solo il primo atto”.

Elisa Licciardi