Il calcio è così. Ti fa amare i suoi campioni al punto tale che quando celebri una vittoria è
come se avessi lottato con loro per raggiungere quell’obiettivo, e quindi ti senti loro amico,
loro compagno di squadra.

Sono passate due settimane da quando gli Azzurri ci hanno regalato le stesse emozioni di
un lontano 1968, quando l’Italia vinse il suo primo Europeo a Roma contro la Jugoslavia.

Per molti è stato come fare un tuffo nel passato, mentre i più giovani hanno potuto solo leggere di quella grande impresa o ascoltare il racconto dei propri nonni, che hanno
cantato le lodi di giocatori immortali.

Cinquantatre anni fa, quando la Nazionale italiana alzò per la prima volta la Coppa Continentale, tra gli idoli delle vecchie generazioni c’era lui, Tarcisio Burgnich.

E come non ricordare allora la “Roccia“, pilastro difensivo degli Azzurri e della grande Inter di Herrera.

Burgnich se ne è andato il 26 maggio, lasciando l’amaro in bocca ai tifosi affezionati, nostalgici di non aver potuto condividere la gioia del trionfo di quest’anno con chi ha scritto
la storia della nostra Nazionale.

Insieme a Giacinto Facchetti, ha rappresentato una delle più famose e storiche coppie di terzini.

E un po’ come il duo vincente dell’Europeo di quest’anno, Chiellini-Bonucci, anche Burgnich e Facchetti in difesa furono duri da abbattere, avendo dalla loro il fatto di spalleggiarsi anche in Campionato.

Entrambi figli della Grande Inter di quegli anni, con la quale il terzino destro – poi libero – vinse quattro scudetti, due Coppe dei Campioni, e due Coppe Intercontinentali.

Inevitabile domandarsi cosa avrebbe rappresentato per lui tornare a vedere la Nazionale
sul tetto d’Europa dopo tutti questi anni.

Probabilmente, un’emozione simile a quella provata agli inizi di maggio, poco prima della sua scomparsa, quando l’Inter dopo nove anni di dominio Juve, è riuscita nuovamente a conquistare il titolo di Campione d’Italia.

Burgnich aveva dichiarato in un’intervista di riporre grande fiducia nel gruppo di Conte,
ben formato, entusiasta e con voglia di fare bene.

Chissà se avrebbe detto lo stesso dell’affiatamento azzurro; noi siamo certi che ne sarebbe stato molto fiero.

“Ci sono degli uomini che vorresti sempre avere al tuo fianco, dei calciatori che vorresti sempre avere nella tua squadra, delle leggende che vorresti facciano sempre parte della tua storia”

Tarcisio Burgnich è certamente uno di questi.

 

Romina Sorbelli