Lavoro e orgoglio sono i leitmotiv della nuova Udinese. Pozzo punta su Pradè e Velazquez per ridare orgoglio ai bianconeri

E’ stata una stagione travagliata quella dei Friulani, tra cambi tecnici, incubo retrocessione, piazza spaccata e accuse. La salvezza, conquistata all’ultima giornata non cancella una crisi bianconera che si trascina da anni ed ecco che Pozzo ha deciso di mettere in atto una rivoluzione: «Questo è una specie di ritorno alle origini del progetto Udinese. Perchè il progetto ritorni vincente ora dobbiamo metterci la componente essenziale, quella che ha sempre pagato: il lavoro. Dal 4 luglio, il giorno del raduno, i giocatori, nuovi e vecchi, troveranno un’altra aria qui e capiranno presto che a Udine vogliamo solo gente orgogliosa di indossare questa maglia».

Lavoro e orgoglio sono, dunque, i leitmotiv della nuova Udinese.
Lavoro che inizia con la costruzione della rosa per poi proseguire sul campo ed ecco che il compito di svolgerlo è affidato a due volti nuovi.
A Daniele Pradè, salvo imprevisti dell’ultimo secondo, sarà affidata l’area tecnica (non è ancora arrivata l’ufficialità): il ds avrà poteri decisionali sul mercato e sulla gestione del club.
Julio Velazquez, è affidata, invece, la guida tecnica.

Il tecnico, che ieri ha sottoscritto un contratto triennale dal primo luglio e che porterà con sé un allenatore in seconda, un preparatore tecnico e un analista, è stato presentato quest’oggi e si è dimostrato entusiasta e determinato a sfruttare questa esperienza in Serie A.
È un piacere essere qua. Grazie alla società che ha scelto me per questo progetto, io e il mio staff veniamo con motivazione e passione massima“.
Le mie intenzioni sono quelle di avere la squadra protagonista, propositiva, fare gioco – ha proseguito il tecnico spagnolo – Fedele alla linea di un calcio estetico ma che dia anche risultati”.
Udineseblog
Nessuna promessa, però, ai tifosi: “Non intendo promettere nulla. L’idea è lavorare seriamente, con rigore, disciplina, ma anche dialogo affinchè la gente si identifichi nuovamente con la squadra. Per me i tifosi nel calcio sono la cosa più importante, bisogna far sì che si sentano identificati con la squadra“.
Tifosi che, nell’ultima stagione, hanno palesato una frattura con il club chiedendo garanzie, in primis dalla Proprietà chiamata, per prima, a dimostrare interesse e orgoglio per la maglia bianconera (che troppe volte, è stata messa in secondo piano rispetto agli altri club della Famiglia).
Lo scetticismo, in casa bianconera è ancora tanto, chissà se la nuova strada imboccata sarà quella giusta per ricompattare l’ambiente.
Caterina Autiero