Mister Carlo Ancelotti, uomo di tanti trofei, tanti successi ma anche tanti sacrifici. Da poco più di quattro mesi è approdato a Napoli con suo figlio Davide come vice allenatore.
Dopo l’addio del “comandante Sarri”, nonostante gli straordinari precedenti di Ancelotti, tra i tifosi azzurri era diffuso un certo scetticismo: nessuno voleva dire addio al calcio spettacolo targato Maurizio Sarri ma, dopo 3 gare Champions e 9 giornate di campionato, i napoletani riconoscono – già da un bel po’ di tempo – il loro nuovo comandante, Re Carlo.

C’è qualcuno che ancora rimpiange il bel gioco dicendo che questa squadra ora può essere anche vincente ma senza personalità.
Forse è solo una questione di “non voler tradire” ciò a cui si era fedeli prima.

AreaNapoli.it

Apprezzare il bel gioco e la tecnica di mister Ancelotti, non è un tradimento ma una crescita

Indubbiamente e oggettivamente, il Napoli ha fatto un bel gran salto di qualità in pochi mesi.
Prima aveva un bel gioco, tattica, memoria e voglia di emergere ma di fronte ad ostacoli di un certo calibro tutte queste qualità improvvisamente svanivano e si diffondeva in campo una certa timidezza – se non paura – che dimostrava ancora una volta che la squadra fosse cresciuta fisicamente e tatticamente, ma mentalmente c’era ancora da lavorarci su.

Ovviamente il passato non si rinnega, soprattutto se in tre anni senza trofei i tifosi azzurri (e non solo) hanno sognato e si sono emozionati.
Ora, però, troviamo un Napoli con le stesse qualità ma cresciuto di mentalità: è più cattivo, cinico, ha un atteggiamento da grande squadra e tutto ciò solo grazie al nuovo tecnico della panchina azzurra, idolo dei napoletani e della squadra stessa.

In una conferenza stampa dichiarò umilmente:

“Quanto fatto negli ultimi tre anni è un grande patrimonio che non penso di distruggere.
Non voglio che la mia squadra abbia un’ identità, voglio che ne abbia tante
”.

Il rapporto di Ancelotti con la squadra è meraviglioso, si trova bene e a suo agio.
Con il presidente De Laurentiis, per ora, nessun intoppo.

 

Al suo arrivo in città sono impazzati nomi di campioni come Benzema, l’ex Cavani, ma Carletto si è reso conto di quanto la rosa a disposizione, con qualche piccolo regalo di ADL, potesse contare e ha intuito come potesse crescere per sfruttare al meglio le risorse.

Ecco, la sua caratteristica, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia: Ancelotti si è mostrato un maestro nell’effettuare cambi o utilizzare il turn over in maniera impeccabile; possono cambiare i nomi in campo ma non il risultato.
Conosce il potenziale dei suoi giocatori, e alcuni, a suo dire, deve ancora esplodere del tutto.

Lui è anche l’allenatore che può permettersi tutto

 

Può decidere di alternare, a seconda del match, i due portieri che al momento ha a disposizione; può permettersi di cambiare posizione ad Hysaj; può far salire Koulibaly, nel bel mezzo di una partita, in attacco; può far giocare diffidati perché tanto si fida di loro e, nel caso dovessero tradire la sua fiducia, lui non si fa alcun problema a far entrare gli altri seduti in panchina; può far entrare due cambi e fargli segnare come in Udinese-Napoli con Fabiàn Ruìz e Rog; può dire al piccoletto di Frattamaggiore di farsi grande e essere un killer sotto porta; può dire ad un altro piccoletto, fino ad oggi mai convocato nella sua Nazionale- di sbranare tutti in maniera regolare e prender loro palla e forse nemmeno fargliela vedere.

 

Bisogna mettere da parte gli scetticismi, se ci sono ancora, aprire gli occhi e vedere che, il mister dei Campioni sbarcato a Napoli ha reso il Napoli una squadra completa.

Carlo Ancelotti ha anche un bellissimo rapporto con la città.
Nei periodi di riposo, non perde occasione per visitarla e godersi gite fuori porta in Campania.
Il presidente ADL ha spifferato ai microfoni dei media, mentre il mister trascorreva qualche giorno di relax nella bella isola di Ischia, che lui stesso gli avrebbe confessato: Qui a Napoli potrei restare anche sei anni, frase che da un emiliano e da uno che ha vissuto a Monaco, a Parigi, a Torino, a Madrid, non ti aspetti di sentire.

A Napoli si sta da Dio… Io la vivo poco, ma l’immagine di fuori è diversa da quella che è effettivamente…
… Per capire la bellezza di Napoli dovete prima vivere a Londra, Monaco, Madrid e Parigi
“.

I complimenti e tante dimostrazioni di stima arrivano da più parti.
Pato, per esempio, che lo considerava come un padre ai tempi del Milan; Mertens che aveva un bellissimo rapporto con Sarri; Fabiàn Ruìz parla del mister che gli sta dando molta fiducia; Verdi ha dichiarato che Ancelotti può arricchire come uomo e come calciatore.

Il mister è una persona anche molto umile, per lui questo non è il Napoli di Ancelotti, né il Napoli di Sarri, ma è il Napoli dei tifosi

Carlo è aiutato anche dall’ambiente in cui si trova, riceve motivazioni, si sente a suo agio e – dice – c’è entusiasmo e passione ed è per questo che ha scelto Napoli.
Il suo scopo è quello di creare nel gruppo una personalità e costruire una mentalità che solo affrontando squadre come quelle che si trovano in Champions, si può ottenere, e ovviamente, cioè che cerca di trasmettere lui ai ragazzi è che lo stress è normale ma bisogna sfruttarlo e trasformarlo in energia.

Un Uomo che trasmette fiducia e coraggio, determinazione, intelligenza e cattiveria, maturità e diciamolo… anche un poco di cazzimma!

È lui il 12º uomo in campo, in vesti diverse, un Re Carlo è tornato a Napoli.

 

Valentina Vittoria