In casa Milan la calma e la quiete durano sempre troppo poco.

Sistemata la società, adesso in ballo c’è il futuro di Rino Gattuso. L’allenatore rossonero ha vissuto un inizio di campionato fatto di alti e bassi, con belle vittorie (come su Roma e Sassuolo) alternate a troppi pareggi e alle ultime sconfitte dolorose.

Il ko nel derby contro l’Inter e in Europa League contro il Betis hanno generato malumori tra i tifosi rossoneri e dubbi sull’allenatore. Maldini e Leonardo, dopo il ko in Europa League, hanno chiamato a rapporto squadra e Gattuso a Milanello – come rivela “La Gazzetta dello Sport” – per confrontarsi sui motivi della crisi della squadra. Le direttive sono due: i giocatori devono assumersi le proprie responsabilità e fare di tutto per uscire da questo momento negativo, mentre per Gattuso ogni partita sarà decisiva. A partire da domenica contro la Sampdoria. Intanto, nonostante almeno non ufficialmente la panchina di Gattuso non sia stata ancora messa in discussione, inevitabilmente si sono aperti una serie di scenari sull’arrivo di un suo possibile sostituto.

Il nome più grosso, nonché il sogno, resta quello di Antonio Conte. L’allenatore salentino ha iniziato le pratiche per il “divorzio” dal Chelsea che sarà tutto tranne che amichevole e dunque non si conoscono ancora le tempistiche. Aldilà di questo, però, la questione più spigolosa resta quella dell’ingaggio troppo alto per le casse de Milan.

L’ex tecnico della Juventus, però, potrebbe dare quella strigliata necessaria alla squadra per risollevarsi ed essere decisivo nel mercato di riparazione di gennaio.

L’altro nome che prende corpo è quello di Roberto Donadoni, che Maldini e Leonardo conoscono molto bene e non sarebbe un problema convincere ad andare a Milano. L’allenatore bergamasco è senza panchina dopo l’avventura durata tre anni con il Bologna.

Conte e Donadoni sono due allenatori agli antipodi, diversissimi sia a livello caratteriale che di gioco. Nonostante nessuno dei due abbia confermato (anzi entrambi hanno smentito qualsiasi contatto) un interessamento da parte del Milan, fa pensare il fatto che siano stati fatti nomi di allenatori che darebbero un apporto diversissimo alla squadra, non avendo niente in comune tra loro.

Conte predilige la difesa a tre con il 3-5-2 che potrebbe finalmente permettere a Caldara di trovare spazio e a Laxalt di giocare nella sua posizione naturale a sinistra. L’ex Juve lavora molto sulle fasce e di conseguenza è molto esigente con i suoi esterni; Donadoni, invece, preferisce una difesa a quattro anche se ha sempre dimostrato di essere un allenatore duttile e saper cambiare modulo in base alle necessità. Lo ha dimostrato negli ultimi anni a Bologna, in cui lo abbiamo visto cambiare 3-4 moduli durante tutta la stagione.

Aldilà del modulo, degli schemi e della formazione, quello in cui differiscono maggiormente i due allenatori è il carattere. Conte è uno che in panchina non riesce a stare fermo, che a volte si muove più lui di alcuni suoi giocatori e alle interviste a fine partita si presenta sempre senza voci per quanto ha urlato durante il match. Ha un carisma e una personalità che difficilmente si trova in altri tecnici. E’ un allenatore che riesce a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori: basti pensare alla Juventus del suo primo scudetto, vinto con in attacco Matri e Quagliarella e sulle fasce Estigarribia; basti pensare alla sua Nazionale che agli Europei è uscita ai rigori contro la Germania, e nessuno si aspettava passasse i gironi. Conte non è un traghettatore, è un allenatore che una squadra assume per vincere e per fare semi miracoli.

STOKE ON TRENT, ENGLAND – MARCH 18: Antonio Conte of Chelsea celebrates victory during the Premier League match between Stoke City and Chelsea at Bet365 Stadium on March 18, 2017 in Stoke on Trent, England. (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Opposto dal punto di vista caratteriale, invece, Donadoni. L’ex allenatore del Bologna si è sempre contraddistinto per la sua calma e pacatezza e per la sua adattabilità ad ogni situazione. Negli ultimi anni, è stato chiamato dalle squadra in condizioni negative per salvarle da una retrocessione e ci è sempre riuscito. Ancora, però, non è stato in grado di fare quel salto di qualità che gli permetta di allenare una grande squadra. Che il Milan sia la giusta scommessa?

Intanto, ai nomi di Conte e Donadoni si è aggiunto quello di Arsene Wenger, ex allenatore dell’Arsenal che, ovviamente, Gordon Singer e Gazidis conoscono molto bene…

Paola Moro