“Dispiace per l’eliminazione. Ci abbiamo provato, ma sapevamo sarebbe stato difficile. Penso che nel complesso abbiamo fatto una buona gara.
Con Gattuso ci sono ottimi presupposti per il prossimo anno.”

Così, dopo la sconfitta per 3-1 al Camp Nou, Lorenzo Insigne ai microfoni di Sky.

Sapevamo fosse difficile. In casa dei blaugrana è sempre un massacro per gli avversari. Ancora una volta i partenopei sono caduti nel tempio del calcio catalano.

Affrontare il Barcellona non è mai facile, soprattutto in casa loro e, tralasciando i deplorevoli 30′ di blackout che hanno condannato il Napoli – e vanificato quanto fatto di buono nella partita di andata al San Paolo -, tutto sommato gli Azzurri hanno disputato una buona partita.

La scelta della rosa di partenza  scelta da mister Gattuso è stata alquanto contestata.

Callejón non si è visto nè sentito: Politano nel secondo tempo lo ha sostituito nettamente meglio.
Mertens sotto tono, ha infatti messo davvero paura solo nei primi minuti di gioco. Zielinski e Ruiz distratti: il problema è che insieme non possono giocare, si annullano. Koulibaly ha finito la stagione come l’ha iniziata, male! Si può dire che la difesa K2 – Manolas doveva essere la più forte d’Italia, ma il senegalese senza lo spagnolo Albiol è un semplice difensore, possente fisicamente e bravo, ma solo questo.

C’è un però: non si è visto il miglior Napoli, cosa che molti tifosi non si aspettavano sperando in uno sprint grintoso di fine stagione, accompagnati dal “non succede, ma se succede…” che sarebbe valso la prima qualificazione ai quarti di finale di Champions League.

Ma, nonostante un Napoli a tratti inguardabile, la squadra per 60 minuti ha tentato l’impresa.

Nonostante la stagione che sembrava finita già a novembre, nonostante il cambio di allenatore a metà stagione, nonostante la pandemia, nonostante lo stop forzato, nonostante il caldo soffocante, nonostante il Var (che sembra penalizzi invece di aiutare), nonostante lo stadio deserto, nonostante si giochi contro l’erede di Maradona, nonostante la mancanza di un centrocampista che faccia da regista (come Hamsik) che porta ad un attacco normale, prevedibile e senza colpi di scena… il Napoli ha combattuto, a modo suo ma lo ha fatto.

Milik e Lozano hanno dato una scossa nel finale, ma niente.

Comunque una stagione che molti reputano fallimentare può essere vista sotto altre prospettive, migliori ovviamente.

Il merito, nonostante il 7º posto in classifica in campionato, si deve al mister “Ringhio Star” (soprannominato così dal presidente De Laurentiis).

Gennaro Gattuso: un uomo d’amore nella città dell’ “Ammmore”

A lui si deve la rinnovata unione del gruppo squadra dopo l’imbarazzante ammutinamento nei confronti di Ancelotti che impose un ritiro; grazie a lui, di conseguenza a ciò, si deve la vittoria della Coppa Italia e quindi il passaggio diretto in Europa League.

Grazie a lui si può intravedere quel carattere indivuduale e di squadra che si era perso, anche se riemerge a tratti e pure a fatica.

In un momento difficile, sotto tono e senza personalità del Napoli, San Gennaro decide di madarci lui, il suo omonimo.

Il Napoli e il suo MAN OF THE YEAR, ostinatamente Gattuso

Lo scetticismo era alle stelle, ma ha fatto ricredere quasi tutti.
È un uomo che sa trasmettere grinta, trasmette un senso di sacrificio che ogni singolo della squadra dovrebbe avere nei confronti dell’altro.

Troviamo, a tal proposito, un Rino Gattuso deluso ed anche arrabbiato dopo quest’ultima partita:

“Potevamo fare male al Barcellona ma non è stato così, gli abbiamo regalato la partita! Mi brucia tanto perché si poteva fare meglio, abbiamo avuto il doppio delle loro occasioni.”

Effettivamente, dati alla mano, anche se gli Azzurri si trovavano in svantaggio col risultato, il possesso palla ed i passaggi erano superiori ai maestri del calcio spagnolo.

Come al solito, dunque, è un Napoli che crea ma non conclude, fa troppi errori, e concede gol agli avversari alla prima occasione.

In ogni caso si può affermare con sicurezza che Gattuso si è confermato uno dei protagonisti di questa stagione azzurra, gettando buone basi per la prossima stagione.

L’altro è l’immancabile Dries “Ciro” Mertens, che ha superato Maradona e poi Hamsik e si è posizionato al primo posto dei marcatori della storia del Napoli, poi come se non bastasse ci ha emozionato con la sua firma per altri due anni nella società, dove per l’occasione ha anche dedicato un commovente video a Napoli e la città.

Dries “Ciro” Mertens: passato, presente e futuro dello scugnizzo belga

Forse un giorno, quando appenderà gli scarpini al chiodo, lo vedremo davvero come dirigente della società partenopea, come da suo volere.

La stagione del Napoli finisce contro il Barcellona, a testa alta ma con un finale dolce amaro (più amarro che dolce) soprattutto perché è stata l’ultima partita di Callejon in maglia azzurra.

José Callejòn: pilastro e storia del Napoli di ADL

Purtroppo a causa delle restrizioni per la sicurezza sanitaria, lo spagnolo non ha potuto avere l’addio caloroso dei tifosi, se non virtualmente.

Un pilastro del Napoli degli ultimi sette anni. L’uomo immancabile sulla fascia destra sempre pronto ai tagli di Lorenzo.
Proprio Insigne che lo saluta sui social dicendo che non troverà mai nessuno come lui su quella fascia: il feeling che si era creato tra di loro era unico.

Il trio delle meraviglie Lavezzi, Cavani, Hamsik era stato sostituito egregiamente da un trio un po’ più bassino ma ugualmente talentuoso: Callejón, Mertens, Insigne.

Valentina Vittoria