Cresce l’attesa sempre più spasmodica e irrefrenabile a Napoli.

Nella città dove “essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, come disse Eduardo de Filippo, ormai è ora. 

Dopo la vittoria a Torino, in casa della Juventus, grazie al gol al 93’ siglato da “Jack” Raspadori, la vittoria dello Scudetto, non è più un’utopia. 

Aritmeticamente parlando, e se “la matematica non è un’opinione” è così. 

Basterebbero soltanto 5 punti per ridare alla tifoseria, dopo 33 anni, il tanto agognato scudetto. E qui, entra in scena lo scontro di domenica, alle 12:30 tra Inter e Lazio. 

Se il Napoli e la squadra biancoceleste di Maurizio Sarri dovessero vincere entrambe le loro gare, la vittoria matematica arriverebbe in trasferta contro l’Udinese, alla 33.ma giornata di campionato. 

Ma se la Lazio dovesse perdere contro l’Inter, il titolo arriverebbe in differita.

Già, perché il Napoli giocherebbe nel derby tutto campano contro la Salernitana; la vittoria matematica arriverebbe soltanto il giorno seguente, il 30 aprile. 

Nel frattempo, però, alla città non sembra “importare” più di tanto.

Basta dare uno sguardo a come, nel giorno di pochi mesi, l’intera tifoseria abbia improvvisamente cambiato il colore di una città. In quale? Ma nel classico color azzurro, che tra quello del cielo delle giornate soleggiate e il mare che lo circonda l’avvolge completamente. 

È un tripudio di bandiere, dalle classiche a quelle che prendono spunto dalla bandiera sudista americana, a quella della Scozia o persino a cambiare i colori della bandiera italiana, utilizzando il bianco, l’azzurro e una più scura tonalità di blu. 

Non mancano poi l’effigi dei beniamini, primi fra tutti Victor Osimhen e Kvicha Kvaratshkelia a cui si vanno ad aggiungere gli altri componenti dell’11 titolare. 

Un volto, però, ruba la scena, l’attenzione, perché Napoli si sa: chi ama non dimentica. 

È così che, mentre il 3 risplende in ogni vicolo e rione, il volto di Diego Armando Maradona è raffigurato ovunque. Non mancano poi in città, così come nel resto delle città della provincia campana, paletti, pavimenti, muri dipinti di bianco e d’azzurro. 

Celebre è la famosa scalinata paradiso. No, non inteso come paradiso della vittoria, ma ci siamo vicini. 

Si tratta, infatti, di una scalinata dei Quartieri Spagnoli dipinta con i colori della bandiera italiana.

“Campioni d’Italia”.

Questo si legge ovunque, sulle bancarelle, vicino ai negozi, sui muri, sui balconi. 

E se quando pensate a Napoli vi vengono in mente i famosi “panni” stesi al sole, ecco, in questo caso Napoli l’ha “rivoluzionato”. 

Per non parlare poi dei cartonati: da Di Lorenzo, ad Anguissa, a Politano, presenti in alcuni punti della città.

O ancora, bandiere con i volti dei calciatori azzurri esposti su un condominio nei pressi della stazione centrale.

Pasticcerie prese d’assalto per torte a tema, panifici con i panini azzurri e mascherine per imitare Osimhen. 

Insomma, febbre da scudetto. 

Nel mentre, però, s’ipotizza già una festa scudetto che potrebbe coinvolgere personalità del mondo dello spettacolo e cantanti famosi. 

Sui festeggiamenti, si era già esposto il prefetto di Napoli ai microfoni di Sky Sports: 

“Abbiamo già avuto degli incontri sia con il presidente De Laurentiis che con il sindaco Manfredi – ha detto il rappresentante di Governo – L’idea è quella di creare tante piazze del tifo, portare diciamo anche attrazioni artistiche in varie piazze e anche possibilmente i vari calciatori nelle varie piazze che andremo ad individuare con dei maxischermi collegati con Piazza Plebiscito. Stiamo lavorando a questo, lo stesso Comune metterà a disposizione delle municipalità delle risorse economiche: vogliamo che sia una festa, diffusa e che coinvolga tutta la città”. 

E Napoli sa come coinvolgere.

Quando il 10 maggio 1987 il Napoli vinse il primo scudetto, la festa fu grandiosa. Tutt’ora viene considerata come la più grande festa popolare per una vittoria sportiva. Le immagini di repertorio sono ormai storia e hanno fatto crescere in quella sensazione le generazioni più giovani. 

Nell’euforia incontrollata del 1987 ci fu anche lo spettacolo, andato in onda il 17 maggio su Rai 1 con la trasmissione: Notte per uno scudetto.

Tra le molteplici personalità, tra cui Renzo Arbore, Nino d’Angelo e Lina Sastri, il Napoli campione d’Italia arrivò a trasmissione già cominciata, di ritorno dalla trasferta ad Ascoli, 1-1. 

La storia ovviamente si ripeté, a sfumature più rilassate, il 29 aprile del 1990. Tre anni dopo, la città si rivestì a festa, sulla scia del suo trascinato, Maradona.  

Come titolò un giornale dell’epoca: Più sofferto ma che sfizio. 

E chissà se la data potrà ripetersi… 

 

Rosaria Picale