Per la prima volta nella sua storia, la Germania non supera la fase a gironi di un mondiale.
La nazionale tedesca è campione in carica e non è riuscita a conservare il titolo. Anzi, ha lasciato la competizione chiudendo all’ultimo posto nel suo girone che era uno dei meno impegnativi del mondiale.

Non è la prima volta che i campioni in carica vengono eliminati nel mondiale successivo: nella storia recente di questo millennio è successo 4 volte su 5 e a pagarne le spese è stata anche la nostra nazionale italiana che dopo aver vinto il mondiale di Germania 2006 è stata eliminata nella fase a gironi nel mondiale successivo del 2010 in Sudafrica. E 4 anni dopo è successo alla Spagna.

La Corea del Sud si prende una gran bella rivincita nei confronti della Germania che 16 anni fa, nel mondiale Corea/Giappone del 2002, l’ha eliminata in semifinale e da una lezione di calcio e di vita a tutti quanti: una squadra tecnicamente inferiore può vincere contro una squadra fatta da grandi campioni sfruttando il gioco di squadra e soprattutto credendoci fino alla fine.

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L’allenatore della Germania Joachim Löw ammette che la squadra ha giocato non all’altezza delle sue qualità e quindi ha meritato di uscire dai mondiali.
Il team manager della nazionale tedesca Olivier Bierhoff accetta le critiche che sono piovute sulla squadra già dalla prima partita del mondiale persa contro il Messico.

La Germania non ha affrontato questo mondiale a cuor leggero, sotto la pressione dell’opinione pubblica che la voleva favorita ancor prima che il mondiale iniziasse. Un gruppo che ha perso il suo spirito di squadra e di coesione rendendo inutili le qualità tecniche dei singoli giocatori e perdendo la forza, la velocità e la tecnica che da sempre hanno caratterizzato il calcio tedesco.

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La colpa non è solo di Ozil che da subito è stato considerato il principale colpevole della disfatta tedesca. La colpa non è del caso che ha voluto l’inserimento della Germania nel girone F che nella storia dei mondiali non ha mai portato le sue squadre a conquistare la coppa. La colpa non è della formazione sbagliata, dei giocatori in panchina e dei cambi ma di un generale malessere che regna all’interno della squadra che non è riuscita ad affrontare le critiche e le aspettative e a reagire agli errori che ha commesso.

 

Gisella Santoro

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