La sesta giornata è andata e il Milan è fermo a 6 punti (ha una gara in meno da recuperare contro il Genoa).
L’unica vittoria di questa stagione è arrivata contro la Roma che, se aveva esaltato in quanto scontro diretto, con il senno di poi, vista la situazione giallorossa, non è stata una così grande impresa. Anche perchè, dopo quella gara, 3 pari consecutivi con Cagliari, Atalanta e Empoli.
Se a Cagliari il Milan aveva avuto un errato approccio alla partita salvo poi rimonatre, nelle ultime due uscite si è fatto rimontare.

In tutte le uscite la squadra non è mancata dal punto di vista del gioco ma improvvisamente si è abbassata subendo l’avversario. È diventato quasi ripetitivo dirlo ma i difetti che emergono sono sempre gli stessi e sono legati alla mentalità: il Milan gioca, costruisce, non chiude, si abbassa, subisce e non sa vincere.
Bisogna capire perché, improvvisamente, la squadra va in blackout e smette di giocare senza riuscire a tenere alta l’attenzione per 90 minuti: l’organizzazione, le idee e la voglia di giocare che Gattuso ha dato al Milan non bastano.

Otto i gol fatti ma anche quelli subiti.
Se da un lato il problema del gol pare risolto con l’arrivo di Higuain, ora è la fase difensiva a vacillare. Proprio quella che era stato il punto di forza di Gattuso l’anno scorso.

Dubbi e perplessità attanagliano la piazza per una situazione preoccupante: il Milan oggi ha un buon progetto, ha ambizioni, ha una rosa di prospettiva ma non è ancora una grande squadra. Intanto la classifica si allunga e la corsa per il quarto posto si rivela più complicata del previsto.