“Perché perché, la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone… “ Così cantava Rita Pavone negli anni 60′, una canzone che, ora, forse non avrebbe più così tanto successo. Ormai le donne si sono appassionate al calcio, guardano le partite insieme agli uomini e vanno allo stadio a tifare la propria squadra del cuore. Anzi fanno anche di più: raccontano il calcio. Mikaela Calcagno è una di loro e, in esclusiva per Gol di Tacco a Spillo, per la rubrica “Le Signore del Calcio”, racconta la sua passione verso il pallone e come le donne, rispetto al passato, si siano create un posto di rilievo in un mondo, da sempre, maschilista.

Com’è cominciata la tua esperienza nel mondo del calcio?

Sono cresciuta in una famiglia appassionata di calcio, mio padre era Presidente dell’Imperia calcio e grande tifoso interista, mentre mia madre una tifosa Sampdoriana. Il calcio è un po’ nel mio DNA da sempre e questo mi ha portato a realizzare il mio sogno, ovvero diventare una giornalista sportiva. Ho iniziato questo mestiere in radio e televisioni private liguri per poi approdare prima a Roma Tv dove mi occupavo un po’ di tutto e non solo di calcio. All’epoca era una televisione molto innovativa, sempre aggiornata e con una redazione molto femminile. Poi nel 2005 sono approdata direttamente nella redazione sportiva di Mediaset, realizzando così il mio sogno.

Hai mai avuto modelli a cui ti sei ispirata?

Veri e propri modelli direi di no perché credo che ognuno di noi abbia delle particolarità e peculiarità che lo rendono unico. Fondamentale è rimanere se stessi. Poi è sempre bene fare proprie le qualità migliori degli altri, ma senza cadere nell’imitazione.

Secondo te, in questo mestiere, c’è molta competizione tra donne?

Partiamo dal presupposto che c’è competizione in qualsiasi ambito lavorativo e non solo nel mondo del giornalismo. L’importante è che sia una competizione sana e pulita perché in questo modo sei spinto a dare il massimo e a migliorare sempre di più. Se devo dire che una ragazza è bella e in gamba io lo dico, senza alcun problema. Ma se questa competizione è fatta di cattiverie e invidie allora è pericolosa, oltre ad essere spiacevole. Io per esempio non faccio distinzione tra colleghi uomini o donne e soprattutto riesco a coltivare anche delle belle amicizie. Sono sempre stata un maschiaccio, anche se non si direbbe, ho sempre avuto un modo di fare tipicamente maschile e questo mi porta ad allontanarmi dal pettegolezzo, che non amo per niente.

Il calcio, si sa, è un ambiente prettamente maschilista. Com’è vista ad oggi la donna che si occupa di calcio?

Sicuramente meglio rispetto al passato, siamo di più ora e in tutte le trasmissioni sportive ci sono conduttrici e giornaliste donne. Non siamo più relegate al ruolo di vallette, ma al pari degli uomini ci occupiamo di calcio. Sappiamo fare un po’ tutto, io per esempio se non conduco preparo i servizi per il Tg o sono inviata sul campo (anche se molto meno rispetto a prima). Certo, gli uomini magari conoscono meglio la tattica, ma non c’è più quella forte differenza di un tempo. Inoltre nel corso della mia carriera non ho mai avuto problemi di pregiudizi o se sì, non me ne sono mai resa conto. Se una persona lavora bene, uomo o donna che sia, non ci sono pregiudizi che tengano. Sfatiamo un po’ il mito che noi donne non capiamo nulla di calcio. Io ho anche giocato per anni e non ero affatto male.

Quanto conta la bellezza in questo mestiere?

La bellezza aiuta, ma è un’arma a doppio taglio: se sei bella devi sempre dimostrare qualcosa in più e soprattutto di non essere stata messa lì solo per quello. La bellezza aiuta, ma nel breve periodo. E poi siamo sinceri, è soggettiva e comunque non è solo qualcosa di estetico, ma anche un insieme di caratteristiche quali il carisma, simpatia ecc…

Siamo nel 2015 e sempre più ragazze vanno allo stadio: da cosa dipende secondo te?

Vero, forse anche dal proliferarsi del numero di giornaliste sportive in tv e delle squadre di calcio femminili. Ci sono tante donne a cui piace il calcio e che tifano, come per esempio mia madre, grande tifosa blucerchiata e appassionata di calcio da sempre. Seguiva la Samp nelle trasferte con i tifosi spostandosi con i bus. Lei ai tempi era un po’ un’eccezione, ora sarebbe la regola.

Veniamo al calcio giocato. Conduci l’Europa League su Premium e mai come quest’anno questa competizione sta regalando soddisfazioni alle italiane. Secondo te è l’anno buono?

Spero sia l’anno buono per le italiane e che almeno una raggiunga la Finale di Varsavia. Era da tanto tempo che le nostre squadre erano fuori dal calcio che conta. Quest’anno hanno una grande possibilità, considerando che c’è solo una squadra inglese, una tedesca e le uniche due spagnole si scontrano. Ma bisogna anche sottolineare che questi sorteggi non sono stati affatto buoni: il Toro ha beccato lo Zenit, squadra di campioni e con grande esperienza europea; l’Inter il Wolfsburg secondo in bundesliga e il Napoli la Dinamo Mosca, squadra ostica in Russia. Per non parlare poi del derby italiano tra Roma e Fiorentina in cui sicuramente una squadra italiana ci lascerà.

Roma o Fiorentina, chi è attualmente la favorita?

Al momento c’è equilibrio. I Viola hanno perso 4-0 contro la Lazio e possono avere ripercussioni in Europa League contro i giallorossi che, dal canto loro, stanno vivendo un periodo di forte blackout. Dopo l’uscita dalla Champions la Roma non si è più ripresa, ma queste sono partite secche, può succedere di tutto.

Conduci anche la trasmissione Serie A Live: Juventus da scudetto, chi conquisterà alla fine il secondo posto?

La Juve ha lo scudetto cucito sul petto, i punti sono tanti e le rivali perdono punti. Non ha risentito del cambio di allenatore, pensavo che all’inizio potesse trovarsi in difficoltà, ma ci siamo sbagliati tutti. Poi penso che l’Europa League possa essere uno spartiacque fondamentale. Se la Roma dovesse uscire contro la Fiorentina, potremmo parlare di mezzo fallimento, poi bisogna vedere come reagisce dopo un’eliminazione. Il Napoli è troppo discontinuo ultimamente e potrebbe rischiare. La Lazio, invece, è quella più in crescita, quella che gioca con più spensieratezza. È difficile dirlo, comunque davanti vedo Juve, Roma, Napoli, Lazio e Fiorentina. Le milanesi e tutte le altre decisamente un gradino sotto a queste.

Sei da sempre una grandissima tifosa della Sampdoria e non ne fai mistero: che cosa pensi della stagione fino a qui dei blucerchiati?

Fino ad ora una stagione al di sopra delle aspettative, anche se dopo la partenza di Gabbiadini Mihajlovic ha dovuto reinventarsi.  E poi c’è questo Presidente, un po’ atipico, che punta all’Europa e ha portato in squadra Eto’o, un campione che ha vinto tutto e che può portare esperienza a questa squadra.

Martina Giuliano