I tifosi della Lazio sono stati più volte protagonisti di storie poco edificanti e anche nelle ultime settimane, soprattutto dopo la partita di Coppa Italia contro il Novara del 12 gennaio scorso, sono stati al centro dell’attenzione mediatica per presunti cori razzisti.

In passato sono stati accusati di antisemitismo dopo il ritrovamento di alcune figurine rappresentanti Anna Frank con la maglia della Roma, di sessismo nei confronti delle donne dopo la diffusione del volantino con il divieto alle donne di sedere nelle prime dieci file della scalinata della nord, e poi, all’ordine del giorno, razzismo di ogni genere nei cori durante le partite.

I tifosi laziali stanchi di queste continue accuse, hanno deciso di difendersi in modo ironico divulgando false notizie che li vedono autori e complici di alcuni dei fatti di cronaca più terribili degli ultimi anni.

L’attacco aereo alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001

L’organizzazione criminale della Uno Bianca

L’omicidio del piccolo Samuele a Cogne

 

L’autoironia sfoggiata in questa occasione da parte dei tifosi laziali rivela una grande verità:

Nel calcio, come nella vita è meglio affrontare in modo costruttivo le critiche che si ricevono e un po’ di sana autoironia non guasta.

Gisella Santoro