Simone Inzaghi, arrivato all’Inter con grosse responsabilità, si è confermato il re di Coppa Italia e Supercoppa Italiana: una stagione, la sua, da considerare nonostante tutto lodevole.

Simone Inzaghi è approdato all’Inter dopo aver salutato in maniera controversa la Lazio. Ma soprattutto è arrivato nella Milano nerazzurra con la consapevolezza di dover andare a sostituire un big del calibro di Antonio Conte. Colui che aveva riportato il club a vincere lo scudetto dopo circa dieci anni. Ponendo fine a quelli che erano stati, fino ad allora, nove anni di dominio indiscusso della Juventus.

Eppure il tecnico che alla Lazio ha dato il cuore (tanto da giocatore prima, quanto da guida in panchina dopo), ha deciso di cogliere una nuova sfida. Di crescere facendo un ulteriore step in avanti e di andare a trainare verso obiettivi ambiziosi una squadra che aveva ripreso a crederci dopo dieci anni di cammino nel buio e nel caos più totale.

Così Inzaghi, nonostante la grande assenza di Christian Eriksen (perso per il problema cardiaco venuto alla luce nel corso degli Euro2020) e la partenza improvvisa e imprevista di Romelu Lukaku, ha accolto lo scettro lasciatogli da Conte. E ha condotto il club nerazzurro in una nuova stagione. Verso nuove avventure.

Con una società che chiedeva, ad inizio anno, di arrivare almeno tra le prime quattro (per agguantare nuovamente il proprio posto in Champions League), Inzaghi è riuscito in fin dei conti a conquistare anche di più.

Certo, alcuni passi falsi nel corso dei mesi, come quello commesso nel Derby perso nel girone di ritorno contro il Milan e la gara persa nel recupero contro il Bologna, hanno compromesso la corsa scudetto. Trofeo poi vinto in extremis dai rossoneri. Al fotofinish della 38^ giornata, con due punti di vantaggio.

Ma, in fin dei conti, da considerare c’è tutto un insieme di cose. Aver perso lo scudetto, quando era l’Inter stessa ad avere il destino nelle proprie mani, è stato qualcosa che ancora brucia nel mondo nerazzurro. Ma quello stesso mondo può e deve tener conto di quanto altro di buono è stato fatto in un’intera stagione.

Aver conquistato due finali su due, con la Supercoppa Italiana prima e la Coppa Italia dopo, battendo la Juventus in entrambe le gare, ha confermato la bravura che questo allenatore riesce di volta in volta a dimostrare in entrambe le competizioni.

Ma non solo. Perché l’Inter ha comunque conquistato, dopo undici anni, l’accesso agli ottavi di Champions League. Ottavi di Champions, tra le altre cose, giocati a testa alta contro il Liverpool. Battendo i Reds in casa propria, ad Anfield. Un’impresa riuscita solamente al gruppo d’Inzaghi, tra l’altro dopo 365 giorni di imbattibilità casalinga.

Certo, questo non ha significato andare poi a conquistare l’accesso ai quarti della competizione, ma battere il Liverpool in Inghilterra è qualcosa che resta impressa nella mente. Tanto dei giocatori e della società tutta, quanto dei tifosi.

Come riferito in più occasioni dallo stesso Inzaghi, quindi, tutto il mondo Inter ci ha creduto fino all’ultimo. Ma le basi per provare a fare sempre meglio, andando a cercare di conquistare vette sempre più alte, sono state gettate. Non serve altro che proseguire sul cammino intrapreso, crescendo ed evolvendo, per riuscire a superare di volta in volta se stessi. Proprio come Inzaghi ha provato, ed è riuscito a fare, nella sua prima stagione in nerazzurro.

Alessia Gentile