La posizione arretrata che Insigne ha occupato in Nazionale non serve a lui per esprimersi al meglio, né all’ apporto per la squadra. L’italia deve ricominciare dai suoi talenti, e Lorenzo lo è

Nello “scenario degli orrori” offertoci dalla Nazionale in Svezia risalta l’assenza iniziale di Lorenzo Insigne che poi a 15 minuti dalla fine, quando l’Italia è già in svantaggio, viene mandato a rilevare Marco Verratti autore di una prova alquanto opaca. Le telecamere inquadrano Lorenzo che si rivolge ai suoi compagni di panchina e condividendo la stessa loro perplessità precisa che il mister gli ha appena detto di andare ad occupare la “mattonella” del centrocampista del PSG. E a questo punto ci uniamo anche noi agli azzurri in panchina: Ventura, perché?

Sicuramente uno dei mali del nostro calcio è quello di non dedicare abbastanza alla crescita e alla cura dei giovani talenti: non è una novità. Almeno però salvaguardare quei pochi che ci sono: indubbiamente Lorenzo è tra quelli e quest’ anno lo sta ulteriormente confermando. Lui si defila in maniera educata: “I miei compiti? Io sono un giocatore più offensivo, ma le scelte spettano al CT e non a noi calciatori”. Ovvio. Però il tecnico deve mettere i suoi in condizione di fare meglio, e il meglio di Insigne non è in posizione centrale come ipotetica e ultima sostituzione di Verratti. Insigne non offre il meglio di sè memmeno in un 424, “modulo killer” applicato contro la Spagna ( partita dalla quale ancora oggi la Nazionale non pare essersi ripresa).

Lorenzo Insigne è un eccellente esterno d’attacco e come tale deve essere utilizzato. Ben sa questo Maurizio Sarri, che spostando Dries Mertens come punta centrale è riuscito ancor più a mettere in luce le doti del Lorenzetto nazionale. Qualcuno parla del napoletano come di un giocatore “alla Robben”, ossia con pochi numeri disponibili: vorremmo ricordare a proposito che proprio Robben, con quei numeri che “sono sempre gli stessi”, ti frega ogni volta. Perchè un calciatore che possiede un “marchio di fabbrica” capace di ottenere sempre un risultato è tutto fuorché banale.

E allora lasciamolo giocare come sa, Lorenzo Insigne: che lo si voglia definire forte, fortissimo, top player o fuoriclasse. Lasciamolo giocare perchè è uno dei pochi, pochissimi che merita fiducia in questa Italia che annaspa pericolosamente. Al contrario del tanto accalamato Marco Verratti che invece fuoriclasse non è: a dispetto della sua super quotazione di mercato, è “solo” un buon giocatore.

Daniela Russo