Il Calcio dalla A alla Z di Maria Esposito

La vita è una partita di calcio fra un ciak e l’altro

Nasce da questo pensiero la rubrica di Gol di Tacco a Spillo, il web magazine regolarmente registrato come testata giornalistica composto esclusivamente da donne. Parlare di calcio al femminile, in toni talvolta meno seri e magari più ironici è uno degli intenti della redazione più rosa del web.

Intento che si è tramutato anche in un’intervista alfabetica, dove donne raccontano la vita attraverso la metafora del calcio o il calcio attraverso piccole storie di vita.

A sottoporsi oggi alla nostra valanga di domande è Maria Esposito.

 

Giornalista e opinionista sportiva, Maria si occupa della gestione ufficio stampa e giornalismo social del CNR-ISAFOM. È anche redattrice di ForzaNocerina.it, Tutto il Calcio Siciliano e NormannaLive Aversa. Ha lavorato anche per SportItalia.

Maria Esposito

Amore: L’amore per il calcio è un qualcosa di cui è difficile spiegare l’insorgenza, lo vivi e basta. Regala forti emozioni, ti fa battere il cuore, ti prende l’anima. Il calcio è di chi lo ama. In Inghilterra i calciatori sono definiti amateurus cioè amatori, persone innamorate nel vero senso della parola.

Bandiera: Azzurra che sventola nel cielo di Napoli. Nella storia del calcio il passato, il presente e il futuro si chiama Maradona!

Calcio femminile: Finalmente la svolta è arrivata, riconoscendolo professionistico. Bisogna sensibilizzare le persone che vivono all’ombra del pregiudizio per dare voce alla meritocrazia e tutelare la professione non solo delle calciatrici, ma di tutte le donne che lavorano nel mondo del calcio. La discriminazione è intollerabile, l’emancipazione saggezza.

Derby: È la partita che a mio avviso ha un fascino e un’importanza maggiore rispetto alle altre non solo agonisticamente, ma anche ideologicamente e culturalmente. Il mio derby è Napoli-Salernitana, ritornato dopo tanti anni, ma quello della Madonnina e quello laziale sortiscono ben altri effetti.

Emozioni: Il calcio mi regala emozioni quotidianamente da quando ero bambina, dai miei primi passi al Maradona, mano nella mano del mio papà, passando per tutte le gare di mio marito, alle partite che ho raccontato, fino all’esultanza per un gol di mio figlio Adrian. Non potrei viverne senza. Se devo elencarle tutte non mi basterebbe un libro per scriverle.

Fuorigioco: Ho imparato sin da piccola a percepirlo, mi piace osservare la totalità dell’azione e la posizione dei calciatori. Nella manovra offensiva ho l’occhio puntato sul guardalinee per evitare falsi allarmismi. Prediligo l’attaccante che gioca sul filo del fuorigioco, alla Inzaghi.

Gavetta: Attualmente, riprendendo un concetto tecnico, la costruzione dal basso ha il suo effetto. L’esperienza e l’umiltà lasciano il tempo che trovano.

Hooligans: L’Inghilterra è la patria del football e quindi anche luogo di sviluppo di culture e fenomeni tra cui quello degli hooligans. Condanno la violenza che connota il loro senso di appartenenza ma ammiro molto il loro motto nonché inno del Liverpool: You’ll never walk alone (Non camminerete mai da soli). Nelle avversità non importa contro chi e come, nessuno si ritroverà mai da solo.

Invasione di campo: Il campo è un luogo sacro, non accessibile a tutti. Invadere quello spazio deve avere un’importanza notevole. Spero di poterlo invadere, significherebbe per me provare l’emozione di festeggiare un’altra vittoria di campionato.

Jolly: È l’arma in più, l’intuizione giusta dell’ultimo secondo, se lo giochi al momento opportuno sei stato un buon giocatore. Per me i jolly in questo momento del calcio italiano devono essere i giovani, dobbiamo investire di più su questa categoria per rinnovare il sistema.

Ko: La sconfitta fa parte del gioco. Tuttavia è terapeutica, ti evidenzia i limiti dandoti la possibilità di rimediare prima che sia troppo tardi.

Legno: È quello che ci nega la gioia del gol. Il rumore del pallone sul palo o sulla traversa suscita una reazione immediata di insoddisfazione ma allo stesso tempo di speranza come se il gol è nell’aria.

Mister: È l’attore  protagonista in campo, fuori dal campo tanti si accaparrano l’arroganza di esserlo. Dovrebbe avere il compito di guidare la squadra, attraverso le acquisite competenze tecniche e tattiche, ma purtroppo soprattutto nelle serie minori gli vengono attribuiti compiti e responsabilità che incidono terribilmente sulla prestazione. Tra tutti mi piacciono gli approcci di Di Francesco e Italiano.

Nazionale: Quest’anno senza Mondiale! Bisogna rinnovare il Sistema, questo vive sulle ceneri di un format arcaico. Formazione, camp e programmi mirati partendo dal basso, in grado di rivalutare il made in Italy.

Onestà: In questo mondo è veramente complicato trovarla. In un sistema le cui fondamenta è il business non può esserci onestà. Morte tua vita mia, fa parte della competizione!

Paura: La maggior parte dei casi è quello stato emotivo che precede quegli attimi prima del triplice fischio del direttore di gara se la squadra sta vincendo, 85 minuti di gara volano e 5 minuti sembrano un’eternità. L’unica paura che mi viene da pensare in questi casi perché in campo non bisogna mai avere paura di fallire.

Q…: Qualità! Credo che il calcio Italiano abbia bisogno di più qualità. In occasione della partita Manchester City-Real Madrid abbiamo potuto appurare l’enorme divario qualitativo che c’è con le altre squadre Europee

Rigore: Li tira solo chi ha il coraggio di sbagliare. È l’unico momento della gara in cui il calciatore vive un momento di solitudine che si conclude con l’eleganza di un gesto tecnico.

Social network: Sono fondamentali se usati correttamente. Un grande ausilio per la comunicazione in senso lato, meno per le fake news.

Stadio: È il mio tempio! Lo adoro anche vuoto. Ne ho visitati tanti da nord a sud, dai comunali ai grandi impianti, il mio sogno nel cassetto è il Stadio Santiago Bernabéu.

Tacco: Una giocata in cui spiazzi l’avversario e lascia lo spettatore a bocca aperta. Sotto porta può trasformarsi in gol come la prodezza di Fabio Quagliarella in Sampdoria – Napoli. L’unico inconveniente l’ex non ha potuto esultare, il Napoli non si tradisce.

Urlo: Di gioia per l’esultanza, sono una che non se lo risparmia affatto, tifo, urlo e mi agito fino alla fine della partita.

Vittoria: Arriva se hai un’innata capacità di resistere al dolore e alle sconfitte.

Wags: Nonostante sia stata associata a tale categoria, ritengo che non bisogna soffermarsi all’apparenza ma andare oltre e soffermarsi sulla sostanza.

Xenofobia: È un vocabolo che nel 2022 dovrebbe solo rimanere nel dizionario, con la guerra in Ucraina abbiamo potuto constatare la solidarietà dell’Italia.

Ying e Yang: Il concetto rispecchia molto la filosofia calcistica, nero o bianco? Sostegno che la chiarezza deve stare alla base di tutto così come le decisioni. Le indecisioni non mi appartengono.

Zona Cesarini: Adrenalina allo stato puro. Sei bella come un gol al 90° in molti scrivono, non c’è cosa più bella che vincere una partita al fotofinish.