Ora è vero, è ufficiale, Mino Raiola non ce l’ha fatta. Il superagente è morto all’età di 54 anni e a confermarlo è la sua famiglia in una dichiarazione su Twitter. Il grande spettacolo del calcio perde così uno dei suoi protagonisti. Perché sì, è vero,  Mino non era in campo, ma era il re indiscusso degli agenti dei calciatori. Un self-made man, che piaceva e non piaceva, che divideva i tifosi, i dirigenti e gli allenatori, ma che ora lascia inevitabilmente un grande vuoto.

L’italo-olandese, genio del marketing e noto per le sue abilità di contrattazione con le più grandi squadre del mondo, è stato coinvolto in alcuni dei trasferimenti più iconici della storia del calcio. Lui, l’inventore del concetto di top player, è il nostro Man of the Day.

Nato a Nocera Inferiore, Raiola si trasferisce in Olanda, ad Haarlem, ad appena un anno d’età. Suo papà apre lì una pizzeria, ma Mino no, non faceva il pizzaiolo, faceva ciò che gli è tornato poi utile per il futuro: trattava con i fornitori, accontentava i clienti, faceva i conti, apprendeva le dinamiche della domanda e dell’offerta. Il suo modo di vendere, la sua leadership e il suo servizio clienti lo rendevano speciale, era più di un semplice cameriere. 

E quelle abilità interpersonali sono state presto utilizzate per negoziare con alcuni dei più grandi personaggi dello sport. L’italo-olandese infatti aveva un’altra passione, il calcio, e alla fine è riuscito a fondere la sua vena imprenditoriale con il mondo del pallone.

“Mino ha lottato fino alla fine con la stessa forza che ha messo sui tavoli delle trattative per difendere i giocatori”. 

Sì, i suoi giocatori. In Italia il nome Raiola inizia a circolare negli anni ’90. Nel 1992 porta Bryan Roy al Foggia, l’anno successivo è mediatore nella trattativa che porta Dennis Bergkamp e Wim Jonk all’Inter. Suo lo zampino anche nell’arrivo di Nedved in Italia, ma il nome a cui si lega di più è Zlatan Ibrahimovic: “Decise di firmare con me perché fui il primo, e forse l’unico, a dirgli che era uno stronzo”. Ma Mino è anche Pogba, Balotelli, Donnarumma, Haaland, de Ligt, Verratti, De Vrij, Moise Kean e molti altri. Dai talenti scovati giovanissimi, ai calciatori più importanti del panorama mondiale.

E, non appena si è diffusa la notizia della sua morte, molti di loro sui social hanno voluto ricordarlo. Henrikh Mkhitaryan, centrocapista della Roma, ha postato una foto di loro due e ha scritto: “Mi macherai, Mio Agente, Mio Migiore Amico, la Mia Famiglia. Sarai per sempre con noi”. C’è poi Balotelli, che lo ha definito il suo secondo padre: “Sarei sempre con me nella vita e nel calcio! I tuoi rimproveri, aiuti, consigli, battute, strategie saranno sempre nella mia testa. TI VOGLIO BENE E TI VORRO’ SEMPRE BENE come ad un secondo padre e so che da lassù sarai sempre presente nelle nostre vite! Buon viaggio Mino”. 

Incredulo invece il bianconero Moise Kean: “Ancora non riesco a crederci. Mi hai tolto dalle strade e insegnato così tante cose della vita… Resterai per sempre nel mio cuore” . Commovente il messaggio di Donnarumma: “Sono così triste che non so neanche se riuscirò a dire tutto quello che vorrei. Mino, sei stato unico per me, ti ringrazio per essere stato al mio fianco da quando ero un ragazzino fino ad oggi e so che anche da lassù starai sempre a guardarmi e incitare come hai sempre fatto. Ti ho fatto una promessa tempo fa. Sappi che la manterrò…Ti voglio bene. Mi manchi già”.

Paul Pogba ha postato un video che raccoglie alcuni dei ricordi con il procuratore e ha scritto: “Sempre nel mio cuore”. Il francese ha cambiato anche la sua immagine profilo Instagram, pubblicando una foto in cui appare con Mino. Sono tanti i messaggi per il super agente. Ha preferito invece il silenzio, per ora, Zlatan Ibrahimovic. 

Ora è vero, è ufficiale, Mino Raiola non c’è più. L’uomo che ha contributo a cambiare il mondo del calcio negli ultimi decenni e che ha rivoluzionato il ruolo di procuratore sportivo se ne è andato. Il re del calciomercato, capace di mettere in difficoltà i club più importati al mondo, il procuratore un po’ angelo e un po’ diavolo, croce dei tifosi e delizia dei calciatori non farà più i suoi miracoli da super agente. Le sue idee, le sue provocazioni, i suoi affari storici e i suoi litigi però rimarranno, per sempre.

Alessandra Cangialosi