L’incredibile ascesa del difensore toscano Giovanni Di Lorenzo dalla Lucchese alla Champions col Napoli, fino all’onore della Nazionale.

Favola: genere letterario caratterizzato da brevi composizioni, in prosa o in versi, che hanno per protagonisti di solito animali – più raramente piante o oggetti inanimati – e che sono fornite di una “morale”.

Può dirsi quella di Giovanni Di Lorenzo una favola dei giorni nostri? No genere letterario, no versi, no prosa, niente animali come protagonisti ma forse una morale sì: se sudi, lavori con umiltà e dedizione, se non hai manie di grandezza e da superuomo, riesci davvero a sfondare.

E’ questo pare sia accaduto a questo ventiseienne della Garfagnana, sguardo serio e fiero, capelli crespi e piedi buoni. Terzino sinistro con un passato da attaccante, cresciuto nella Lucchese, passato poi alla Reggina, al Cuneo in Lega Pro. Ancora alla Reggina, poi al Matera, fino all’approdo all’Empoli in Serie B, che diventa una vetrina più importante allorquando la squadra toscana risale in Serie A. Di Lorenzo il 19 agosto 2018, a 25 anni, esordisce nel match contro il Cagliari, vinto per 2-0.

Due stagioni molto positive durante le quali Di Lorenzo si è saputo mettere in mostra, dimostrando senso del gioco, tecnica fine e fiuto per il gol: anche se troppo spesso non si accosta questa capacità a chi ha il ruolo di terzino.

Nel giugno 2019, figura come il primo acquisto nella sessione di calciomercato estivo del Napoli. Acquisto a titolo definitivo per 8 milioni di euro più un accordo quinquennale.

Esordisce con la maglia n. 22 contro la Fiorentina, nella prima di campionato. Già nel secondo match, quello con la Juventus, segna il gol del momentaneo pareggio contro i bianconeri. La partita terminerà con la vittoria della Juventus a causa dello sciagurato autogol di Koulibaly quasi allo scadere: ma quel gol, il suo primo gol in maglia azzurra, ha avuto il suo peso notevole.

Giovanni Di Lorenzo ha già dimostrato di essere un professionista serio e rigoroso, instancabile sulla fascia ma validissimo anche in fase offensiva.

La piazza napoletana lo ha ben accolto, colpita soprattutto dalla riservatezza e da quella faccia “da bravo ragazzo” ben evidenziata. Nel suo ruolo appare perfettamente calato anche per il gioco di Ancelotti, tanto da conquistare quasi sempre una valutazione positiva anche nelle prestazioni in cui l’intera squadra non ha brillato per gioco e risultati.

Certo, è alla sua prima stagione con la squadra partenopea, ma ci sono già tutti i presupposti affinchè lui possa divenire una pedina fondamentale nella rosa del Napoli, nonché padrone assoluto della fascia da lui coperta.

C’è chi però, come al solito negli ambienti delle tifoserie, è partito prevenuto e sulla difensiva (sembra un gioco di parole, dato il ruolo in cui gioca Di Lorenzo), giudicando l’ex Empoli un acquisto non all’altezza delle aspettative e delle aspirazioni del club partenopeo.

Nulla di più sbagliato e misero. Un giovane talento tutto nostrano, a dispetto di tutti quelli che dall’estero giungono in Italia, ingaggiati dai grandi club, va senza dubbio valorizzato e mantenuto, considerato un valore aggiunto in un contesto già ben avviato o un “campione in progress” all’interno di un progetto che prevede, appunto, la valorizzazione dei giovani.

Ma si sa, le tifoserie sono così: suggestioni, polemiche, lagne, critiche feroci, non certo aiutano l’ambiente calcistico e Napoli in questo non è da meno. Possiamo dire che dopo sette partite di campionato e due di Champions, nella città della sirena è arrivato davvero un giovane talento, destinato, si spera, a diventare un pezzo grosso del calcio italico e non solo.

Un’ascesa che è stata coronata dalla convocazione in nazionale per gli incontri di qualificazione per Euro 2020 da parte del CT Roberto Mancini. Una ulteriore conferma di quanto si punti su questo ragazzo e sulle sue capacità. Anche Gigi Di Biagio a suo tempo, quando era CT della nazionale Under 20 e poi Under 21, si era accorto di lui. Buon per tutti allora, ma in special modo per Giovanni, per Napoli e la sua piazza tutta particolare. Che sia una favola o meno, poco importa. Per ora c’è la morale, immortale e valida per tutti, che se davvero ti ci metti, riesci.

Buona corsa, guagliò!

Simona Cannaò