Oramai Russia 2018 scalda i motori: per la prima volta realizziamo – in particolar modo dopo queste amichevoli – che l’ Italia non ci sarà

Si è appena concluso il ciclo di amichevoli preparatorio delle Nazionali al Mondiale di Russia. Ciclo che, naturalmente, anche l’ Italia ha disputato: una vittoria, una sconfitta e un pari il bilancio finale. Ma poco male, non è questa la novità.La novità è che per la prima volta – con assoluto senso della realtà – ho realizzato che la Nazionale Azzurra non andrà al Mondiale.

Perchè è questo il paradosso. Ci sarà la Polonia, ci sarà la Nigeria, ci sarà il Giappone. Ci sarà addirittura Panama. Panama!!!… Sorrido immaginando il campionato nazionale di Panama. Poi, però, ricordo che gli Azzurri non compaiono in nessun girone, e il sorriso si trasforma, amaro.

Come ci siamo arrivati a tutto questo?

Io ricordo ancora le notti magiche, Baggio e Schillaci e ricordo anche la strepitosa cavalcata del 1994. Ricordo i racconti di mio padre di Rivera e dell’ Italia-Germania 4-3. Ricordo Berlino, Cannavaro, Del Piero e Luca Toni: sì, anche Luca Toni…

Poi, guardo questi 11 in campo schierati da Mancini – di cui a stento,  a malapena colloco nella mente  i nomi – mentre penso che questa Italia sia solo un povero Golia che, a differenza di quello vero, non ha abbastanza sassi, nemmeno per affrontare uno del suo stesso livello. Figuriamoci un Gigante.

Mi fa tenerezza. Mi fa quasi pena.

E’ pazzesco che un paese come l’ Italia, che vanta una tradizione calcistica tanto nobile e gloriosa con ben quattro Coppe del Mondo in bacheca, sia arrivata a tanto. Abbiamo quattro Coppe del Mondo e ci siamo fatti sbattere fuori ai play off, inermi come agnelli a osservare il nostro stesso massacro. Adesso basta, però.

(immagine La Presse)

Adesso chiediamo a gran voce che la Federazione, i dirigenti, gli allenatori si tirino su le maniche e comincino a gettare le basi per il futuro, perché non è neanche pensabile che la Nazionale Italiana resti a casa per un Mondiale una seconda volta.

E’ un insulto alla nostra tradizione, soprattutto in questo momento in cui più che mai avremmo dovuto unirci ancora una volta come nazione, come solo il calcio con il suo senso di appartenenza sa fare. E invece resteremo disgregati, anche nel mondo del pallone.

Le stelle, le nostre quattro stelle, resteranno a guardare: voi, invece, che indossate – degnamente o no non sta a me dirlo – quella maglia Azzurra, guardatela e sentitene il peso. Il peso delle vittorie ma anche del fallimento.

Perchè questa deve essere l’ultima volta che l’Italia non partecipa a un Mondiale: pensateci quando sarete a casa davanti a uno schermo, senza poter sentire il profumo del rettangolo verde, senza poter avere nemmeno la chance di dire: “Oggi potevo essere una stella”.

Pensate a  quei Iaquinta, Luca Toni, Fabio Grosso: ragazzi come voi,  che in un momento di tempesta ci hanno fatto sognare… Ci hanno fatto diventare una Stella.

Daniela Russo

(immagine copertina calcio e finanza)