(Immagine tratta da Itapress)

 Gli uomini al tavolo d’onore, con menù a più portate.

Le donne in una stanza adiacente al salone delle feste, con un frugale panino.

Non siamo nella trama di un romanzo d’altra epoca e neppure in uno dei tanti Paesi nei quali ci si aspetta (purtroppo) che la cronaca riporti fatti del genere; siamo invece nella modernissima e civilissima Svizzera di un paio di giorni fa.

La prima squadra maschile del FC Basilea calcio, in occasione dei festeggiamenti per il 125° anno di fondazione del club, ha celebrato l’evento con un pranzo al quale hanno preso parte non solo gli attuali giocatori e le loro famiglie ma anche membri del club, dello staff, ex giocatori, sponsor e tifosi.

La Prima squadra femminile, invece, è stata invitata per adempiere ad un compito preciso, quello di vendere i biglietti della lotteria con un tour tra i tavoli, per poi essere relegata in un altro locale, come già detto, a consumare un sandwich. 

Un comportamento sessista che ha destato numerose critiche e un tam tam mediatico; in Svizzera la consigliera nazionale Elisabeth Schneider ha dichiarato che esprimerà il suo disappunto per la discriminazione direttamente al presidente del club Bernhard Burgener; la Cnn ha titolato un servizio con “Le donne mangiano un panino mentre gli uomini si divertono”; l’edizione on line di Stern ha criticano l’episodio parlando di “un Basilea che nutre le sue calciatrici con panini al tavolo di servizio”.

Preso di mira il club ha tentato di giustificarsi asserendo che mancava lo spazio per allestire ulteriori tavoli perché nella festa corale si voleva avere il maggior numero di posti per il pubblico.

Mi verrebbe da considerare che nella “festa corale” le calciatrici avrebbero dovuto essere incluse a priori; al di là di questo un dato è particolarmente significativo e rivelatore: il mega locale scelto per l’evento misurava 3300 mq.

Quando si dice che la giustificazione non regge…

Silvia Sanmory