Ha in mano le chiavi della città e la difende con le unghie e con i denti. Parliamo di Chris Smalling difensore centrale della Roma e punto di riferimento per i compagni, per Mourinho e per i tifosi.

Roccioso, invalicabile, sontuoso, tanti sono gli appellativi che si possono attribuire ad un difensore. Ruolo delicato e spesso anche bersaglio di critiche. “Ovunque proteggici” questo lo slogan che spesso viene affibbiato ai guardiani della porta. Nel calcio moderno il difensore non è più solo colui che deve limitare e contrastare l’estro dell’attaccante avversario, ma anche colui che guida la manovra, dialoga con i compagni di reparto e imposta l’azione.

Guardare oltre, saper prevedere e disinnescare il pericolo è uno dei suoi compiti principali. Muoversi prima quel tanto che basta per non dover commettere falli rischiosi.  La sua “casa” non è più solo il perimetro di campo di fronte la porta, ma l’intera distesa verde che  gli indica dov’è e dove probabilmente andrà a finire il pallone.

Se poi hai dalla tua l’altezza e una costituzione robusta allora può diventare ospitale anche l’area di rigore avversaria dove senza bussare alla porta, la apri con un bel colpo di testa.

Chris Smalling nato a Greenwitch è diventato, alla pari del meridiano, il punto di riferimento della Roma.                                                                                                                Suo il gol di testa che porta in vantaggio e regala la vittoria ai giallorossi di Mourinho nella delicatissima sfida a San Siro contro l’Inter di Simone Inzaghi.

Arrivato nella Capitale il 30 agosto del 2019, Smalling debutta in Serie A il 25 settembre dello stesso anno all’Olimpico contro l’Atalanta. Il centrale inglese arriva in prestito per un anno dal Manchester United.                                                                                          Il 5 ottobre del 2020 diventa ufficialmente un calciatore della Roma per 15 milioni di euro.

Da quel giorno le stagioni in maglia giallorossa diventano quattro condite da 103 presenze e 8 gol. Nonostante qualche infortunio che lo ha rallentato, Smalling è sempre stato il titolare inamovibile di una difesa che da tempo era orfana di un vero leader.                        Una volta ritrovato in panchina Josè Mourinho, il compito principale è quello di dimostrare di essere nelle migliori condizioni.

L’inglese non se lo fa ripetere due volte e risponde presente. Diventa un vero e proprio condottiero sia in campo che nello spogliatoio. Un leader silenzioso che sa guidare la Roma anche dentro la tempesta. Non a caso nella passata stagione, la striscia positiva di 10 partite senza sconfitte compresa la Conference League è anche e soprattutto merito suo.

Si sa che il verdetto finale di ogni partita spetta al campo, ma in presenza di Smalling, comunque andrà, ci si sentirà protetti. Il centrale è stato premiato come miglior difensore della Conference e come miglior giocatore nella finale di Tirana.

La vetrina Europea ha contribuito a dare maggiore visibilità all’inglese che nonostante gli ottimi risultati non è tra i convocati del CT dell’Inghilterra Southgate per i prossimi mondiali in Qatar.

Per un calciatore rappresentare la propria nazione è motivo di orgoglio ma evidentemente per Chris il destino ha in mente altro. Un futuro a tinte giallorosse visto l’imminente rinnovo di contratto fino al 2024. Smalling ha dimostrato di essere fondamentale per tutto il gruppo che insieme a lui si è unito ed è cresciuto. L’ottima condizione fisica ovviamente aiuta, infatti è sotto gli occhi di tutti come la Roma si sia nettamente ripresa da quando il suo condottiero è tornato a pieno regime.

Interventi puliti e decisivi, questo è Smalling. Forte fisicamente, abile nel gioco aereo, pulito nei contrasti, sa giocare d’anticipo e prevedere le mosse dell’avversario. Come ogni difensore al mondo, il suo ruolo comporta anche tanti rischi, soprattutto quando di fronte hai attaccanti a cui piace dribblare e giocare in velocità. Ma Chris ormai ha le chiavi della difesa e si può star certi che spesso chiuderà la porta a doppia mandata. Mentre l’Inghilterra osserva, la Roma se lo coccola perché il meglio deve ancora venire.