Brasiliana, talentuosa calciatrice e femminista: Marta e la sua lotta #EqualPay

Riconosciuta come una delle migliori giocatrici nella storia del calcio, Marta ha voluto lanciare un vero e proprio "j'accuse" verso la società ma anche un messaggio di speranza alle più giovani.

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Marta Vieira da Silva, detta semplicemente Marta, classe 1986, è una calciatrice brasiliana, attaccante dell’Orlando Pride e della nazionale brasiliana.

È riconosciuta come una delle migliori giocatrici nella storia del calcio; detiene dei record a livello individuale ha vinto cinque FIFA Women’s World Player of the Year (dal 2006 al 2010) e un Best FIFA Women’s Player (2018), per un totale di sei affermazioni come miglior giocatrice del mondo.

Nel gennaio 2013 viene nominata tra i sei ambasciatori del Campionato mondiale di calcio 2014 in Brasile al fianco di Amarildo, Bebeto, Carlos Alberto, Ronaldo e Mário Zagallo.

La sua carriera iniziò in Brasile

Marta fu scoperta dall’allenatrice brasiliana Helena Pacheco, quando aveva solo 14 anni. Ha Iniziato a giocare nella formazione femminile del Vasco da Gama fino a che il club non ha abolito, nel 2001, la squadra femminile. Nel 2002 ha giocato in un piccolo club di San Paolo, rimasto attivo una sola stagione.

Ora, dopo aver girato un po’ il mondo a furia di cambiare squadra, gioca nell’Orlando Pride, negli USA.

In Italia ne avrete sentito parlare grazie anche al gol della vittoria del Brasile contro la nazionale Italiana. Marta in quell’occasione ha voluto fare una dedica speciale a coloro che combattono per l’uguaglianza nel calcio. Una battaglia che porta sulle spalle da tempo. La stella verdeoro che, dopo il l’ennesimo gol ai Mondiali (il 16º, penultimo gol realizzato) aveva discusso con una tv tedesca, la ZDF, per non aver menzionato, nell’intervista, il suo record personale.

Subito dopo la partita, la talentosa calciatrice ha voluto dedicare e condividere il suo record con tutti i tifosi delle donne nel calcio

Questo record non mi appartiene, appartiene a tutti noi. Lo condivido con chiunque combatta per più uguaglianza

Aggiungendo che il numero dei gol segnati la poneva sullo stesso livello del tedesco ex Lazio Miro Klose.

Per la sua dedizione, passione e talento si è aggiudicata il titolo di miglior calciatrice del mondo per sei volte, la 33enne ha segnato 17 gol ai Mondiali: superato il tedesco Klose. Guadagna 400 mila dollari annui e si batte per la parità salariale: per questo ha rifiutato gli sponsor sulle scarpe.

IL SIMBOLO DELL’EQUAL PAY SULLE SCARPE

È rimasta senza sponsor sulle scarpe da calcio per sua scelta personale, perché non riteneva sufficienti le proposte economiche arrivate: dopo il gol all’Australia ha mostrato lo scarpino nero col simbolo blu e rosa dell’equal pay, che indica la parità salariale fra uomini e donne.

La fuoriclasse numero 10, come il suo ex “omologo” maschile Ronaldinho adora suonare strumenti musicali e anche cantare, in ritiro una volta ha anche intonato il verso «continuate a lottare, siete più forti di quanto voi stesse immaginiate». Un inno (anche al femminismo). Il femminismo significa uguaglianza tra uomini e donne, fermamente convinta dei suoi ideali in questi Mondiali ha deciso di giocare senza sponsorship ai piedi. Marta ha rifiutato le offerte di grandi marchi perché le offrivano somme inferiori a quelle dei colleghi di pari rango. Sulle scarpe ha applicato i colori rosa-azzurro della campagna #GoEqual.

Pallone uguale. Campo uguale. Regole uguali. Se le donne giocano a calcio nello stesso modo degli uomini, perché non ricevono il riconoscimento che meritano? La paga che meritano?” Commenta la brasiliana.

Una vera rivolta, quindi, alla società mondiale che basa per lo più il proprio progresso sulla parte maschile della comunità. Anche se gli introiti funzionano per chi fa vendere di più, ad esempio tra un Neymar e una Marta c’è differenza di profitti, perché in questo caso il primo aiuta ad incassare di più agli sponsor. A questo punto non si tratta più di femminismo e volontà di uguaglianza riguardo gli stipendi, ma la questione è assai più complessa: prima che lottare per una parità di salariato bisognerebbe lottare per una parità di immagine, cioè trasmettere le partite di calcio femminile come quelle maschili (come con grande sorpresa sta accadendo adesso per i mondiali femminili 2019). E a questo punto, se ci fossero differenze di stipendio dagli sponsor per due calciatori di sesso differente ma stessa fama, in quel caso si potrebbe fare una lotta, con delle fondamenta solide.

La brasiliana Marta, per questo motivo, non ha voluto sponsorship dal luglio 2018. Secondo la rivista France Football, Neymar, anche lui tra i migliori in campo, guadagna 269 volte più della brasiliana.

Nonostante il Brasile avesse la sua indiscussa fuoriclasse, il suo percorso ai mondiali si conclude agli ottavi eliminato dalla Francia. A fine partita lascia queste dichiarazioni ai microfoni:

Volevo sorridere e piangere di allegria, ma invece voglio dire che bisogna piangere e faticare all’inizio per poi poter sorridere alla fine. Bisogna credere nel futuro di questa Nazionale, che comunque deve lavorare e sacrificarsi sempre di più“.

Poi non poteva mancare il forte appello alla generazione futura di calciatrici:

Queste nuove ragazze devono credere in loro stesse, non ci saranno sempre una Formiga, Marta o Christiane. Il calcio femminile ha bisogno di voi per sopravvivere e sorridere alla fine“.

Valentina Vittoria