Dopo il successo contro l’Australia e quello contro la Giamaica, le Azzurre sfideranno il Brasile, per l’ultima gara del girone, con in tasca, ormai acquisita, la qualiaficazione agli ottavi. Ciò non significa che le ragazze di Milena Bertolini, perchè già qualificate alla fase successiva, scenderanno in campo senza mordente.

Non c’è due senza tre: contro le Verdeoro, cercheranno la terza vittoria consecutiva che significherebbe primato del girone.

In realtà, alle nostre Ragazze Mondiali basterebbe anche un pari per chiudere da prime e garantirsi un’avversaria sulla carta più morbida (una delle migliori terze dei gironi A,B o F ), ma le motivazioni per continuare a brillare sono molteplici.

Il morale delle ragazze cresce di gara in gara e con esso anche l’attenzione dello Stivale.

L’occasione, contro il Brasile, è ghiotta per le Azzurre che per la prima volta sbarcano in prima serata su Rai 1 e avranno quindi la possibilità di conquistare ulteriormente gli italiani attraverso la loro immensa determinazione.

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Sarà inoltre l’occasione di misurarsi contro una squadra che necessità punti per continuare l’avventura francese e che, in confronto a Gama e compagne, ha più esperienza. Il Brasile, infatti, è tra le squadre più anziane al torneo e ha partecipato a tutte le sette edizioni precedenti della Coppa del Mondo di calcio femminile.

Inoltre, è pur sempre Italia-Brasile…

 “…è una partita dal fascino incredibile, è nella storia del calcio. Per noi giocarla è il massimo e credo dal punto di vista simbolico, oltre che del risultato, sia una sfida molto importante“.

Così la ct dell’ Italia, Milena Bertolini, alla vigilia dell’incontro.

C’è da dire che, nonostante la squadra verdeoro schieri tra le sue fila una certa Marta, sta attraversando uno dei momenti peggiori della sua storia.

Le brasiliane sono arrivate al Mondiale con una sola vittoria nelle ultime undici partite, perdendo le ultime nove amichevoli consecutive. In Francia ha vinto contro le Reggae Girlz ma ha subito la sconfitta nella seconda uscita contro l’Australia.

Un declino che è figlio anche della disuguaglianza: il calcio femminile brasiliano rappresenta il massimo esempio di discriminazione salariale di genere al mondo.

A tal proposito il sottosegretario generale dell’Onu, la sudafricana Phumzile Mlambo-Ngcuka –che è anche direttore esecutivo per l’uguaglianza di genere-, con un tweet, ha reso omaggio a numero 10 brasiliana, testimonial di “Onu Women” che, con il penalry realizzato contro le Matildas è diventata l’unica donna ad aver segnato in cinque diversi Mondiali (16 gol in tutto, come Klose fra gli uomini).

«Fate come la leggenda Marta, nostra ambasciatrice» ha twittato assieme alla foto della fuoriclasse verdeoro-, che ha preso posizione sul gap che c’è a proposito di equal pay fra uomini e donne.

Marta, infatti, dopo il gol realizzato nella sfida contro l’Australia, ha indicato il proprio scarpino su cui c’è proprio il simbolo dell’equal pay. Un tema a lei molto caro e per il quale si batte da tempo.

«È una lotta costante – ha spiegato la calciatrice intervistata dai network del gruppo Globo alla vigilia della sfida contro l’Italia- ed è triste vedere che dobbiamo ancora fare certi gesti per ottenere ciò che chiediamo. Ma è una sfida generale, non riguarda solo il mondo del calcio, e bisogna portarla avanti… tra gli ingaggi delle calciatrici e quello dei colleghi maschi c’è troppa differenza e ogni volta dobbiamo lottare sul campo per dimostrare chi siamo. Porto avanti questa battaglià anche per le generazioni future, per tutte quelle ragazzine che giocano al calcio e verranno dopo di me».

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immagine: DerbyDerbyDerby.it

Non poteva che essere lei, definita la Pelè del calcio femminile, la stella di questa selezione che, anche se ha 33 anni ed è affaticata – tanto da ricoprire una posizione meno mobile- rappresenta sempre un pericolo per le avversarie. E’ lei il capitano ma anche il fulcro del gioco brasiliano.

La sua vita non è stata facile. Marta è cresciuta in una favela e durante tutta la sua infanzia è sempre stata accompagnata da una palla ma la sua famiglia non riusciva ad accettarlo. «Quando mi vedevano giocare a calcio con gli altri ragazzi, i miei fratelli venivano, correvano dietro di me per portarmi a casa e io dovevo fuggire. La maggior parte delle volte però non riuscivano a prendermi, ero troppo più veloce»., commentò una volta alla BBC.

A centrocampo, le Azzurre troveranno una calciatrice ben nota in quanto veste la maglia del Milan, anzi, è il faro del centrocampo rossonero. Thaisa Moreno amica della nostra Manuela Giugliano con la quale ha formato una coppia di centrali eccezionali; nella Seleçao riveste più il ruolo di mediano ma è comunque determinante con la sua qualità e la sua tecnica.

Le Azzurre, nonostante -come ammette la ct- siano affaticate dalle imprese fin qui disputate,  sono chiamate a vivere e farci vivere altre emozioni.
Perchè vincere aiuta a vincere e perchè vogliamo ancora ballare la Macarena.

 

Caterina Autiero