Un anno fa festeggiavano l’approdo nella massima serie, nello stesso periodo, una stagione dopo, si interrogano sui motivi che le hanno portare a retrocedere in Serie B: Benevento e Verona concluderanno il campionato in corso conoscendo già il proprio destino

Benevento – La storica promozione arrivata meritatamente e quell’approccio alla Serie A forse troppo brusco: i giallorossi di De Zerbi ci hanno provato ma i pochi risultati collezionati – in particolare nel girone di andata-, non hanno lasciato spazio alla speranza di una miracolosa salvezza.  28 sconfitte totalizzate in 36 giornate, un numero estremamente elevato per prevalere sulle dirette concorrenti dello stesso obiettivo: il primo punto utile guadagnato è arrivato dopo 14 partite disputate, esattamente il 3 dicembre nel match con  i rossoneri: troppo tardi per cominciare a correre verso la permanenza in questa categoria. L’andamento, però, a rilento delle squadre che la precedevano hanno permesso di provare a credere in un capovolgimento della situazione e il mercato riparatore di gennaio, con l’arrivo di rinforzi di spessore, primo fra tutti Sagnà dimostratosi un vero condottiero per questo team, ne sono stata la migliore dimostrazione. I risultati positivi sono cominciati ad arrivare nelle ultime uscite e la squadra, pur consapevole della retrocessione, non ha mai smesso di giocare e di rendersi pericolosa verso l’avversario, riuscendo a rendere la vita sul campo difficile soprattutto a chi scendeva sul rettangolo verde del Vigorito. La recriminazione più grande che questo team può farsi non è certamente ricollegabile alla mancanza di volontà o di determinazione messa in scena ma aver ingranato in ritardo e in troppe occasioni, considerato la partita terminata prima del 90’: un calo di tensione che è costato la perdita di punti che, ad oggi, si sarebbero rivelati preziosi.

Verona-  Se il Benevento ha trovato il suo primo punto in serie A contro il Milan, la sconfitta rimediata contro il medesimo avversario è costata alla formazione di Pecchia la retrocessione.  La prima vittoria risale ad ottobre contro il Benevento, prima il percorso del team era stato una successione di sconfitte e pareggi: 4 ko e 3 punti guadagnati. Troppo poco per una squadra che all’agonismo di  questa competizione dovrebbe essere abituata. I tifosi confidavano in un cammino differente e in una salvezza che pur se complicata, sarebbe allo stesso tempo stata centrata. Prima della partita di sabato a San Siro, lo stesso Presidente aveva abbassato le mani, consapevole di una retrocessione che da lì a tre partite sarebbe arrivata e proprio a lui e all’assetto del mercato sono indirizzate le critiche più dure dei sostenitori gialloblù. Gli acquisti non sono stati all’altezza della categoria: in tanti sono di questo avviso, ritenendo che anche la sessione invernale non abbia portato gli elementi giusti per tentare una scalata verso, almeno, la quart’ultima posizione. Ad essere additato è anche il tecnico al quale si recrimina di non aver saputo modificare il proprio modulo di gioco ideale per adattarsi alle caratteristiche dell’organico a disposizione.  25 sconfitte, 75 gol subiti e solo 29 realizzati fino allo scorso turno, hanno condannato il Verona a salutare nuovamente la Serie A. Il club veronese  ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per ripartire e questo è il momento nel quale deve riuscire nuovamente a giocarle con la destrezza che gli appartiene.

A queste due squadre facciamo il più sentito in bocca al lupo, con la speranza di rivederle quanto prima tra le 20 squadre della massima serie.

Chiara Vernini