“Més que un Club”: questa la scritta che, eloquente, campeggia tra gli spalti del Camp Nou, lo stadio del FC Barcellona, squadra che ormai da più di un decennio è sulla cresta dell’onda nel campionato spagnolo e nell’Europa che conta, quella della Champions League.

Più di un club, questi sono i catalani, ormai eletti nell’Olimpo dei vincenti, con un passato remoto importante ma uno recente assolutamente da leggenda; hanno annoverato tra le loro fila calciatori del calibro di Joan Cruyff, Hristo Stoickov, Maradona, Ronaldo e Luis Figo, solo per citarne alcuni. Poi, nel 2004, esordisce in prima squadra un ragazzino destinato a cambiare le sorti del calcio mondiale: si chiama Lionel Andrés Messi, è argentino ma è cresciuto nella cantera, uno scricciolo capace di fare con il pallone cose che nemmeno la fantasia riesce ad immaginare. Sarà con lui, il numero 10, e altri talenti come Xavi e Iniesta, che il giovane tecnico Josep Guardiola inaugurerà uno strepitoso periodo di leadership incontrastata.

La compagine catalana annovera vittorie su vittorie; basti solo pensare che, nello stesso anno solare (2009), il Barça conquista Liga, Coppa del Re e Champions League, seguite da Supercoppa spagnola, Supercoppa UEFA e Mondiale per Club , per un risultato unico nella storia. Non solo: gli undici blaugrana dispensano in campo lezioni di calcio grazie ad un gioco spumeggiante, spettacolare, noto come tiki taka, che fa del controllo serrato della palla il punto di forza per affermare la propria supremazia sull’ avversario.

Anche dopo la guida di Guardiola, il Barcellona continua a conquistare titoli, con il marchio del prolifico tridente composto da Luis Suarez, Neymar Jr e il solito Messi, che frattanto continua a battere i record di marcatura e colleziona Palloni d’Oro.

Barcellona e Juventus si sono incontrate due volte negli ultimi due anni. La prima a Berlino, in finale, nel 2015: una finale quasi scontata per il “tridente delle meraviglie”, inaspettata e sorprendente per i bianconeri, tornati dopo 12 anni al capitolo conclusivo della Coppa dalle Grandi Orecchie. Il risultato fu un secco 3 a 1 per i catalani, troppo più esperti e collaudati della Vecchia. La seconda risale allo scorso aprile: siamo ai quarti, la Juventus lima per bene i suoi artigli e ferisce con tre reti il Barcellona allo Stadium, per poi difendere egregiamente lo 0-0 al Camp Nou e passare in semifinale. La squadra italiana è notevolmente cresciuta in autostima mentre il Barça, reduce comunque da una “remuntada” clamorosa ai danni del PSG, appare in affanno davanti alla rivale pur facilmente liquidata nella finale tedesca. Sarà proprio Messi a dichiararsi impressionato dalla forza mentale della compagine bianconera.

 

Le due squadre si rinconreranno nella fase a gironi che inaugura la nuova stagione di Champions, martedì al Camp Nou: entrambe vestiranno un abito inedito , diverso.

I blaugrana si presenteranno con un attacco vedovo di Neymar, ormai approdato ai lidi francesi del PSG dove potrà essere stella assoluta, non più oscurata dal fenomeno argentino. Un certo malumore serpeggia tra i tifosi catalani, che non ritengono adeguatamente sostituito il brasiliano nemmeno con l’arrivo di Dembélé dal Borussia Dortmund.

La Juventus, dal canto suo, sta amalgamando un nuovo reparto difensivo dopo la partenza di Leonardo Bonucci. La famosa BBC che tanta nomea aveva acquisito anche in Europa deve trovare una nuova pelle, un assetto che sicuramente non sarà lo stesso di quello precedente. Gli uomini cambiano, ma il fascino di questa sfida resta, e soprattutto restano loro, i due piccoli dal magico sinistro: la Pulga e la Joya, che questa volta si sfideranno con lo stesso numero di maglia. Due stelle per due squadre che in Europa si scontrano con reciproca stima, e le cui partite non saranno mai banali. Insomma, sarà, ancora una volta, una sfida tra Signore del Calcio.

Daniela Russo